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10 MOTIVI PER CUI IL NUCLEARE NON È OGGI UN’OPZIONE PER IL CONTRASTO AL CARO ENERGIA

10 MOTIVI PER CUI IL NUCLEARE NON È OGGI UN’OPZIONE PER IL CONTRASTO AL CARO ENERGIA

Se ne parla tanto e a tutti farebbe piacere che esistesse una soluzione veloce e immediata per contrastare la crisi energetica. Purtroppo non c’è, e il nucleare oggi meno che mai può essere considerata un’opzione percorribile. Vediamo perchè:

  1. La centrale di Hinkley Point nel Regno Unito (il più grande cantiere che c’è oggi in Europa), doveva costare 16 miliardi di sterline ed entrare in funzione entro il 2017. Ne costerà invece 24 e l’accenderanno bene che vada nel 2027.
  2. Un piano nucleare da 10 Gigawatt richiederebbe tra i 100 e i 300 miliardi di euro tra soldi pubblici e privati.
  3. Il territorio italiano è per il 90% soggetto a rischio idrogeologico medio-alto.
  4. Attualmente in molti stanno lavorando per arrivare a realizzare una produzione industriale di energia da fusione nucleare, ma i primi risultati “utilizzabili”, dovremmo vederli attorno alla seconda metà del secolo, secondo gli scienziati.
  5. L’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), ritiene che per la transizione energetica, a cui ci dovremmo avviare fin d’ora, sia troppo tardi attendere 20-30 anni. Per questo l’Aie insiste nello spingere sulle rinnovabili tradizionali.
  6. In Italia la principale industria elettrica del Paese, l’Enel, non è al momento coinvolta nella corsa alla fusione e ha anzi deciso di investire in “vecchio” nucleare all’estero e di posizionarsi invece convintamente, specie in Italia, sulle rinnovabili tradizionali, l’elettrificazione e la ricerca sulle batterie.
  7. Per l’energia pulita, economica e sicura dal nucleare, servono reattori di IV generazione. A oggi siamo alla terza generazione di reattori, e ne sono stati realizzati pochi, con problemi tecnici e costi enormi.
  8. 20 anni fa furono lanciati gli studi per i reattori di quarta generazione per arrivare all’uso commerciale nel 2030. Attualmente persino la Francia che ha sempre puntato sul nucleare, parla di 2050 e si sta attivando sulle rinnovabili.
  9. L’attenzione sta convergendo sui “mini reattori” Smr: gli unici completi sono in Russia e Cina ( l’unico costruito su scala commerciale). Parigi punta ad avviarne uno nel 2030, ma non è certa dell’utilizzabilità su larga scala.
  10. In ogni caso, permarrebbe il problema della gestione delle scorie che va gestito per decenni se non centinaia di anni dopo l’utilizzo del combustibile nucleare.

In conclusione, come ha detto l’Ad di Enel, Francesco Starace “i prossimi tre decenni di profitti toccheranno ai pragmatici, non ai sognatori”.

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