Bertolaso se ne va. Di nuovo. Confidiamo questa volta sia un addio.
Ricorderemo le conferenze stampa fiume dei primi giorni, infarcite di baldanza e annunci disattesi e le fughe stizzite e imbarazzate delle ultime apparizioni pubbliche, prima che l’assessore a Welfare decidesse di oscurarlo completamente. Bertolaso e il suo disastroso modello, fatto di anziani spediti qua e là e sms fantasma, avevano abbandonato la Lombardia già da quando la visita del generale Figliuolo aveva imposto il cambio di passo e l’adozione del portale di Poste Italiane.
Il Movimento Cinque Stelle non si sente certo in dovere di ringraziare chi ha fatto perdere tempo a lavoratori, imprese e studenti.
È arrivato senza che nessuno ne sentisse il bisogno. Non si capisce cosa abbia realmente fatto, visto che ancora oggi non sappiamo chi fra lui, Fontana e Moratti abbia fatto ritardare di due mesi il piano vaccinale scegliendo di puntare sul portale di Regione Lombardia invece che su quello di Poste Italiane. E ora, nel pieno del massimo sforzo di questa prima fase del piano vaccinale, decide che la sua esperienza in Lombardia è terminata. Ancora una volta Guido Bertolaso lascia il lavoro a metà. Esattamente come avvenuto in Umbria. Un’altra medaglia su di un curriculum degno dei “migliori”.