Quando diciamo che per oltre vent’anni siamo stati
letteralmente presi in giro e derubati è a questo che ci riferiamo.
In Italia ci sono 12482 siti da bonificare, di questi 57 sono considerati gravissimi sia per l’entità della contaminazione sia per il rischio sanitario che ne deriva. È dal 1998 che gli Enti preposti, ovvero Stato e Regioni, sono a conoscenza di questa situazione. Eppure nonostante i soldi pubblici stanziati, ritenuti necessari per bonificare urgentemente queste aree: NULLA è stato fatto per il nostro territorio e per la nostra salute.
Alcuni esempi:
- Porto di Marghera: spesi 781 milioni di euro, completata la bonifica dei terreni al 15% e della falda al 11%.
- Gela: stanziati 20milioni di euro, spesi 3,9 milioni, attualmente nessuna bonifica né dei terreni né della falda.
- Pioltello – Rodano: finanziamenti per 40 milioni di euro, bonificati il 13% dei terreni e lo 0% della falda.
- Napoli – Bagnoli: finanziamento da 10,4 milioni di euro a fronte di zero bonifiche.
- Caffaro – Brescia: stanziati 21 milioni di euro 1% bonifica del terreno, 0% della falda.
In totale sono stati finanziati 3 148 685 000 di euro. Come sono stati spesi?
In consulenze, caratterizzazioni e conferenze dei servizi. Una minima parte ha effettivamente finanziato bonifiche.
E pensare che uno studio di Confindustria ha spiegato come per le bonifiche ci vogliano 10 miliardi. Un investimento che in cinque anni genererebbe 200mila posti di lavoro, un aumento della produzione di 20 miliardi di euro, con un ritorno di cinque miliardi di euro per l’erario.
Senza considerare l’inestimabile ritorno sulla salute delle persone che attualmente vivono in prossimità di questi luoghi. Sei milioni di cittadini che, monitorati dall’Istituto superiore di Sanità, convivono da anni con il 9% in più delle possibilità di ammalarsi di tumore.
Fonte: DataRoom di Milena Gabanelli.