Sono passati quasi due anni dall’entrata in vigore della legge sugli “ecoreati”. Per la prima volta in Italia, il principio del chi inquina paga, è stato regolamentato tramite una norma fortemente voluta e sostenuta dal Movimento Cinque Stelle.
C’è però ancora molto da lavorare. Uno dei maggiori problemi riscontrati nell’ambito del controllo ambientale riguarda l’insufficienza di risorse disponibili e vincolate destinate al controllo. Per questo motivo, lo scorso giugno, avevo presentato un ordine del giorno che avrebbe dovuto impegnare il governo a valutare la possibilità di istituire nell’ambito del Fondo unico giustizia una apposita sezione a destinazione obbligata, a favore del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in cui confluiscano i proventi dei beni sottoposti a sequestro penale o amministrativo, a confisca, le ammende, le multe nonché le sanzioni e le penali di natura ambientale. Questo per fornire adeguate risorse all’attività di vigilanza in campo ambientale svolta dal Sistema Nazionale a rete per la Protezione Ambientale istituito in seguito all’approvazione dell’apposita legge, all’interno della quale è confluita la proposta che ho avuto l’onore e l’onere di presentare a nome del Movimento Cinque Stelle.
In sostanza si chiede di introdurre un sistema per l’autofinanziamento della legge sugli ecoreati. Come? Attraverso il concetto del chi inquina paga. Le sanzioni raccolte attraverso il rispetto della normativa sui reati ambientali, resteranno a disposizione dell’ambiente ed in favore dell’attività di controllo e verifica delle Arpa.
Per questo motivo chiediamo con forza che il ministero dell’Ambiente dia pronta attuazione al ordine del giorno presentato e approvato nel mese di giugno. Al fine di rendere maggiormente efficace il sistema dei controlli, fornendo in questo alla legge sugli ecoreati uno strumento indispensabile per la propria effettiva attuazione. Il sistema delle Agenzie Ambientali deve essere il braccio della normativa sui reati ambientali. Un braccio sostenuto dalle risorse raccolte proprio attraverso la normativa stessa. Un circolo virtuoso che vede come unici beneficiari: ambiente, territorio e pubblica salute.