Questa mattina sono arrivato a Parigi per assistere ai lavori di Cop 21, la Conferenza Mondiale sul Clima che in questi giorni sta tracciando le linee guida per il futuro del nostro pianeta.
L’obiettivo è noto: limitare le emissioni, di modo da fissare a due gradi centigradi l’innalzamento della temperatura globale. Un limite accettabile, al fine di evitare conseguenze catastrofiche, anche se la nostra proposta era di fissare come tetto massimo un incremento pari ad un grado e mezzo. Trovarmi qui, assieme a Mirko Busto, rappresenta sì un grande onore, ma anche la responsabilità di far sentire fin qua la vostra voce, nonché di informarvi su tutto ciò di cui i rappresentanti degli Stati presenti alla Conferenza stanno discutendo.
Qualcosa è cambiato. Cop 21 a Parigi deve essere una svolta. Non soltanto per ciò che significa trovarsi in questa città dopo i tragici fatti dello scorso 13 novembre, ma soprattutto per il clima, perdonate il gioco di parole, che si respira. Osservare l’atteggiamento con cui delegazioni dei vari Stati (praticamente tutti presenti) stanno lavorando, lascia più di una porta aperta alla speranza. Forse, è ancora presto per dirlo alle parole devono seguire i fatti, il momento di una presa di coscienza collettiva sia finalmente giunto.
Tanto lavoro da fare. Certo il lavoro da portare a termine è molto. Oggi abbiamo capito come la discussione verta soprattutto sulle responsabilità che i Paesi maggiormente sviluppati, saranno chiamati a prendere nei confronti delle economie in via di sviluppo. Come convincere un’economia nascente a rinunciare ai combustibili fossili? Quali incentivi e quali assicurazioni dovranno venir loro riconosciute, in cambio della rinuncia ad sistema energetico che a loro modo di vedere rappresenta la strada più rapida, per quel livello di sviluppo del quale noi abbiamo potuto già beneficiare, con le conseguenze che peraltro hanno portato all’attuale situazione? Quali Paesi avranno il diritto ad accedere, e con quali regole, a questo fondo, si parla di circa 100 miliardi di euro?
Decisioni vincolanti. Quanto sarà deciso domani e dopodomani, avrà ripercussioni per la storia del nostro pianeta. Le decisioni di Cop 21 dovranno essere vincolanti per tutti i Paesi che hanno preso parte alla conferenza. Solo in questo modo le risoluzioni di Parigi potranno avere un impatto reale, segnando una volta per tutte un’inversione di tendenza nel rapporto fra l’uomo e la Terra che ne ospita la vita.
Una nota di colore. Trovarsi seduto ai tavoli di Cop 21, per un attimo mi ha fatto riflettere. Osservavo come da una parte si trovassero i rappresentanti delle istituzioni mentre dall’altra, per non dire in un angolo, vi fossero i rappresentanti delle associazioni ambientaliste ed i cittadini. Una divisione fra chi, come cittadini e associazioni, già da tempo aveva compreso gli inevitabili pericoli delle attuali politiche energetiche e chi faticosamente, i governi, sta cercando di mettersi al passo con le esigenze del pianeta. La speranza è che sia la volta buona. Anche perché potrebbe non essercene un’altra.