Trasferire i pazienti Covid, seppur in via di guarigione e in padiglioni separati, all’interno delle residenze sanitarie assistenziali dove dimorano altri anziani in condizione di fragilità è un rischio troppo alto.
Siamo sicuri che Regione Lombardia e ATS abbiano scelto le strutture maggiormente adeguate a garantire l’isolamento, rispetto agli altri, dei pazienti Covid trasferiti dagli ospedali, ma sono d’accordo con sindacati e cooperative del settore, nel sostenere che il rischio sia troppo alto. Se infatti individuare strutture separate può essere una garanzia, come farà Regione a garantire il personale medico sanitario, che per forza di cose dovrà trattare entrambe le tipologie di pazienti?
I medici e gli infermieri che eroicamente combattono questa pandemia sono i più a rischio e purtroppo possono contagiarsi e diventare vettore del virus stesso. La diffusione del coronavirus all’interno delle RSA ha esisti nefasti. Lo dimostra quanto avvenuto a Quinzano, nel bresciano, dove in pochi giorni sono mancati diciotto anziani e a Mediglia, dove nella casa di riposo di Mombretto in pochi giorni hanno perso la vita 44 persone. Una strage. Per questo domandiamo all’assessore Gallera di tornare sui propri passi e valutare soluzioni attraverso le quali garantire al meglio la salute di personale e pazienti delle RSA.
L’assessore Gallera aveva dichiarato, annunciando la decisione di dedicare ai pazienti Covid anche alcuni spazi all’interno delle residenza per gli anziani: “Lo abbiamo scritto nella delibera, le Ats hanno individuato padiglioni autonomi dal punto di vista strutturale, fisicamente indipendenti. Non andremo a creare problemi in un ecosistema molto fragile”, ha assicurato, spiegando che i trasferimenti vengono fatti “per recuperare spazi in totale sicurezza”.