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Decreti a perdere!

Decreti a perdere!

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Oggi ci siamo fatti un’idea della posizione generale del governo e della maggioranza sul decreto ILVA e Terra dei fuochi. Iniziamo con un dato inequivocabile: questo decreto così com’è nato non serve a nulla se non a gettare fumo negli occhi ai cittadini italiani. Non potendo più far finta di niente, il governo ha abbozzato delle norme che fungono da alibi all’accusa di immobilismo.

Il M5S è (per ora) opposizione e quindi valutando le varie possibilità e i problemi che sono in gioco e che riguardano la vita e la salute di molte migliaia di persone, ha deciso di provarci e di cercare di riempire il contenitore vuoto di questo decreto con una serie di azioni atte a migliorare la situazione dei territori in questione. Abbiamo proposto più di 140 modifiche al decreto per migliorarlo e renderlo qualcosa di sensato. Queste modifiche vengono da un lavoro congiunto di senatori e deputati del M5S ma soprattutto sono frutto delle proposte raccolte tra i cittadini Campani e Tarantini, in molti incontri fatti sul territorio.

Il governo e le altre forze politiche hanno accettato alcune nostre proposte sulla Terra dei fuochi ma ben poco sull’ILVA. Domani studieremo tutti i 360 pareri del governo e del relatore del PD riguardanti le modifiche richieste da tutti i gruppi parlamentari. In base a questo lavoro e a quanto emergerà della volontà della maggioranza, decideremo se questo decreto può iniziare ad assumere un senso o se sarà un atto da combattere.

Per quanto riguarda Ilva vorremmo l’abrogazione dell’articolo 7 del decreto che pone ulteriori semplificazioni e deroghe per il commissario Bondi mentre per la Terra dei fuochi difenderemo in particolare questi principi:

  • Gli enti che determineranno le aree contaminate devono essere coordinate dal Ministero dell’Ambiente per evitare un nulla di fatto per incompetenza o mancato coordinamento tra gli enti stessi
  • Non si devono mappare e individuare solo i terreni contaminati ma anche avere una situazione chiara delle acque di falda e dei pozzi
  • Vanno stabiliti parametri analitici chiari che dettino il confine tra un terreno coltivabile e uno contaminato
  • I terreni contaminati non coltivabili non devono diventare facile speculazione per colture destinate a biocarburanti. Avremmo una proliferazione di centrali a biomasse/biogas convenienti economicamente (grazie agli incentivi) e che causerebbero ulteriori danni ambientali e sanitari in zone già devastate.
  • Va ripreso lo studio SENTIERI nelle zone di emergenza ambientale e vanno istituiti il registro dei tumori e delle malformazioni congenite
  • Devono essere valutati sia i terreni agricoli di oggi sia quelli che sono stati terreni agricoli almeno per un periodo negli ultimi venti anni. Questo per evitare che terreni agricoli, diventati edificabili, nascondano sotto le case discariche nocive che possono inquinare falde e campi limitrofi.

Vi terremo aggiornati!

 

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