Per anni abbiamo sfruttato, depredato e sperperato le risorse del nostro pianeta.
In pochi paesi ricchi ci siamo arrogati il diritto di consumare risorse che sarebbero dovute essere patrimonio dell’intera umanità!
Ci siamo permessi un grado di consumo e spreco insostenibile.
Mentre noi,paese tra quelli che si ritengono sviluppati, depredavamo la nostra madre terra, in altre parti del nostro pianeta, altri popoli ne subivano e ne subiscono tutt’oggi le conseguenze!
Abbiamo creato una civilizzazione figlia del consumo e della concorrenza, in nome dei principi di crescita e globalizzazione.
Abbiamo dimenticato quali erano i veri valori della società umana.
Il profitto e la crescita hanno superato in importanza valori come la salute e la qualità della vita, la famiglia e il rispetto della natura.
Riconoscere finalmente i delitti ambientali è il primo passo!
Il primo passo verso un recupero dei valori che la nostra società ha dimenticato, verso il ritorno ad un rispetto della terra e della natura che la globalizzazione e l’economia di mercato hanno cancellato dalla nostra memoria.
La politica si è prostrata a questo meccanismo di sviluppo infinito, su un pianeta che invece è limitato, e spesso ha sfruttato le storture del mercato a proprio uso e consumo.
Il problema quindi era ed è soprattutto politico, perché è la politica che può intervenire su queste questioni.
Oggi assistiamo a situazioni come l’ilva di Taranto: questo dramma è l’emblema della nostra società.
Abbiamo a Taranto una comunità che è stata convinta negli anni che l’unica via di affermazione e crescita fosse l’industrializzazione.
Si è creata così una dipendenza dal lavoro in fabbrica che ha portato a dover scegliere tra avere un lavoro e un reddito oppure avere una buona qualità della vita e la salute.
L’operaio dell’ilva lavora e lavora per arrivare ad avere i soldi per pagare il mutuo, per comprarsi l’auto e per tutte quei beni che la società ci fa credere ci rendano felici.
Purtroppo ci risvegliamo da questo sogno quando lo stesso operaio si ammala o vede morire i propri figli!
Tutto questo a causa proprio dell’inquinamento, della produzione senza regole e senza rispetto dell’ambiente, effetto del suo stesso lavoro.
Allora ci accorgiamo che quel lavoro, di cui non possiamo più fare a meno, è anche la causa dei nostri mali.
E noi ormai ne siamo schiavi!
Chi ha sfruttato questi operai sapeva, ma in nome del profitto e in mancanza di regole e leggi, ha deciso che i soldi sono più importanti della vita.
La colpa è anche nostra perché ci siamo scordati che il territorio poteva sostenerci, che la natura generosa poteva essere la nostra datrice di lavoro.
Qualcuno disse: Che senso ha la nostra vita e la vita di tutti gli esseri viventi se non la felicità?
Il lavoro doveva essere un mezzo per raggiungere questa felicità!
Oggi il lavoro è diventato invece il fine della nostra vita.
Un fine da raggiungere ad ogni costo, passando sopra persino alla salute, rendendoci schiavi.
Questa proposta di legge finalmente darà una protezione legale alla nostra natura, ci sarà un’arma in più per arginare la mostruosità del profitto che abbiamo creato e che oggi ci domina.
Fino ad oggi il territorio italiano non era tutelato perché non esistevano imputazioni specifiche per delitti in campo ambientale.
Da oggi, giornata storica, non sara’ più così!
Tra qualche tempo sarà il nostro semestre europeo e spero proprio che l’Italia si faccia promotrice di un nuovo modo di pensare allo sviluppo, alla tutela dei territori e della natura e che segni il passo verso la ri-acquisizione da parte dell’uomo della felicità di vivere!!