Oggi i cittadini conoscono i nomi dei responsabili, ma questo certo non può bastare né a noi, né tantomeno a chi è stato costretto a spalare il fango, dopo ogni temporale.
La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l’ex governatore Roberto Formigoni, i suoi assessori Davide Boni e Daniele Belotti, gli ex sindaci Moratti e Pisapia, l’ex vice-sindaco ora assessore De Corato e l’assessore comunale Granelli. Mancate opere strutturali, nessuna pulizia dell’alveo, nessuno controllo sugli scarichi abusivi, ma anche scarsa informazione ai cittadini. Queste le accuse mosse dalla procura.

Apprendiamo dall’esito dell’indagine che il territorio del Nord Milano è stato deliberatamente sacrificato all’esondazioni del Seveso per scelta politica. Ora vorrebbero che quegli stessi cittadini abbandonati, si facessero carico di risolvere i problemi da loro lasciati in sospeso sobbarcandosi sul proprio territorio la costruzione delle vasche? Pozze di acqua stagnante dove lasciare evaporare e disperdere nell’ambiente tutto l’inquinamento del fiume Seveso? Opporsi a questo progetto, che doveva essere completato nel 2018 ma che ad oggi vanta un solo cantiere peraltro abbandonato, non significa essere contro la messa in sicurezza del territorio. Neanche un paio di giorni fa l’Assessore Granelli ci accusava sostenendo che chi ostacolava le vasche avrebbe dovuto assumersi le responsabilità delle prossime esondazioni. Oggi, di sicuro, sappiamo a chi la magistratura ha addossato le responsabilità delle esondazioni passate.