Oggi celebriamo LA GIORNATA DELLA TERRA. Quest’anno il tema è ‘Restore Our Earth’.
Un invito a dare sollievo al nostro Pianeta, respiro affinché possa tornare a ripristinare i suoi equilibri. Quegli equilibri sui quali la mano dell’uomo ha troppo a lungo agito a sproposito.
Purtroppo le conseguenze del nostro comportamento, si stanno manifestando in tutta la loro devastante evidenza. Il consumo di suolo, il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico hanno cominciato a mostrare il loro volto più crudele nei disastri ambientali che si ripetono con una frequenza tale da non poter più essere classificati come eventi straordinari.
In Italia si è verificato un evento estremo al giorno tra siccità, le cosiddette bombe d’acqua, violente grandinate e gelo in piena primavera che hanno distrutto le fioriture compromettendo pesantemente il lavoro delle api”. Acquazzoni violenti, grandinate e tempeste di vento e neve sono aumentate del 274% rispetto allo scorso anno. Piana del Salento e delle Murge sono aree a rischio desertificazione, al punto che si stanno studiando strategie per portare al nord alcune coltivazioni. In Pianura Padana la situazione però non è certo migliore. Aldilà dell’inquinamento soffocante, già a partire dal 2012 le scarse piogge, concentrate in eventi violenti, hanno avuto un impatto devastante su quello che viene considerato il “granaio d’Italia”.
Le misure che il Mondo si è dato per cercare di sopravvivere possono rappresentare una risposta volta a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, processo ormai irreversibile. Non abbiamo però più tempo da perdere.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato un rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, che fa capo alle Nazioni Unite stando al quale, dopo gli effetti temporanei del primo lockdown, il riscaldamento globale sta procedendo “in maniera implacabile” e gli impatti continueranno nei prossimi decenni. L’Onu raccomanda di investire nell’adattamento, mentre il segretario generale Antonio Guterres, che sul tema ha conversato di recente al telefono con il premier Mario Draghi, ha detto a chiare lettere che “il Mondo è sull’orlo dell’abisso”. La Commissione Ue ha presentato a fine febbraio la strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici, mentre il nostro Paese è ancora scoperto. “Pianificare non è il nostro forte, in Italia si lavora quasi sempre sull’emergenza, facendo aumentare anche i costi” spiega a ilfattoquotidiano.it Antonello Pasini, fisico climatologo presso il CNR, e autore del saggio L’equazione dei disastri, sui rischi e gli eventi estremi che minacciano l’Italia. Di fatto, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), elaborato dal ministero dell’Ambiente (oggi della Transizione ecologica) dopo una consultazione pubblica nel 2017, è rimasto a lungo in un cassetto, accumulando una serie di ritardi. A gennaio 2021 è partita la Valutazione ambientale strategica (Vas), ma ora bisogna accelerare.
Pianificare oggi un futuro a zero emissioni, non è uno slogan.
Non deve essere materia di scontro politico. Sarà la missione dalla quale dipenderà il nostro futuro. Una sfida che possiamo vincere solamente tutti insieme, se non vogliamo tocchi ai nostri figli subire gli effetti del disastro che noi non siamo stati in grado, o peggio, non abbiamo voluto fermare.