Parlo come referente lombardo del comitato nazionale Salute M5S, come consigliere regionale, ma soprattutto come cittadino. La giornata mondiale contro il cancro coincide con l’allarme lanciato mezzo stampa dall’Associazione italiana di Oncologia medica, secondo cui i reparti potrebbero non essere in grado di reggere all’ondata di casi, diagnosticati purtroppo in fase avanzata a causa della pandemia, stimato nell’immediato futuro. Vi è poi il tema legato al recupero delle liste d’attesa per i pazienti oncologici.
Regione Lombardia, che nel campo si avvale di alcuni fra i migliori centri italiani, ha tentato di ovviare alla problematica introducendo un provvedimento che prevede decurtazioni e premialità alle strutture sanitarie, sia pubbliche che private convenzionate, in relazione al mancato rispetto dei tempi d’attesa.
A nostro avviso la strada scelta va nella direzione sbagliata. Regione Lombardia deve assumersi la responsabilità di governare l’intera offerta sanitaria, stabilendo chi deve erogare la prestazione, in quali modalità e soprattutto entro quali tempi. In conseguenza di ciò stabilire eventuali sanzioni. Al contrario, il meccanismo selezionato finirà per favorire ancora una volta il privato convenzionato, che continuerà a poter scegliere le prestazioni più convenienti da erogare. A differenza del pubblico, fra i cui compiti rientra quello di erogare la totalità dei servizi, finirà inevitabilmente per continuare ad accumulare ritardi e sanzioni. In questo modo l’offerta pubblica non potrà che continuare a scadere.