L’hanno approvata – loro – il 30 novembre, ora il Governo la blocca presentando più di una dozzina di rilievi. Dire “ve l’avevamo detto”, non restituirà ai lombardi una sanità all’altezza, ma forse – forse – fornirà alla Giunta lombarda materiale su cui riflettere.
La (non) riforma torna in aula? Sarebbe il più grande fallimento del centrodestra.
Per 20 giorni abbiamo detto loro che questa non era una riforma, che i bisogni dei lombardi non erano ascoltati, che il problema pubblico-privato permaneva. Siamo scesi in piazza, abbiamo presentato migliaia di atti, parlato per centinaia di ore in aula, la stessa da cui ci siamo fatti cacciare per la nostra protesta.
Volevamo difendere la salute pubblica, ci hanno risposto con una riforma blindata e calata dall’alto. Avevano già deciso tutto.
Ci è stato rinfacciato anche di far sprecare soldi e tempo in 20 giorni di dibattito in Consiglio, domenica compresa. Se fossero stati ascoltati i nostri interventi in quei 20 giorni, forse ora i lombardi non dovrebbero sostenere una riapertura della discussione della riforma sanitaria.
Noi siamo pronti a tornare a lottare con tutti gli strumenti possibili per la salute di tutti.