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I petrolieri tornano all’assalto di terra e mari

I petrolieri tornano all’assalto di terra e mari

I petrolieri tornano all’assalto di terra e mari: 8 progetti alla V.I.A. nazionale, uno nel mare di Sardegna, uno nel canale di Sicilia, uno in Abruzzo, uno in Molise e ben quattro in Emilia Romagna.

Il Ministero dell’Ambiente gli offre l’assist concedendo illegittimamente ad alcune società di integrare gli elaborati fuori tempo massimo.

MalerbinaIl M5S: progetti incompleti e superficiali devono essere dichiarati subito irricevibili o bocciati.

Bisogna assolutamente procedere con una Valutazione Ambientale Strategica, non è possibile continuare ad esaminare i progetti parcellizzando gli impatti.

I petrolieri tornano all’attacco del territorio e dei mari italiani. In questi giorni sono in fase di Valutazione di Impatto Ambientale nazionale presso il Ministero dell’Ambiente ben 8 progetti.

Due nel modenese, proposti dalla stessa azienda, la S.I.A.M. Srl, sono nuovi e riguardano la perforazione di 6 pozzi in due concessioni (qui i link ai progetti: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1622 e http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1623).

Quello in Abruzzo a Bomba, in provincia di Chieti, presentato da una società canadese, la CMI Energia S.p.A., è la riproposizione di un progetto già bocciato dalla Regione Abruzzo perché la subsidenza innescata dall’estrazione del gas rischiava di incidere sulla stabilità della Diga di Bomba con un rischio catastrofe a valle. I petrolieri fecero ricorso ma il Consiglio di Stato, un anno fa, confermò il parere negativo della regione richiamando in maniera cristallina tutti i rischi di un simile progetto. Ora, grazie allo Sblocca Italia che ha trasferito le competenze a livello nazionale, i petrolieri ci riprovano presentando praticamente lo stesso progetto già bocciato. Il Ministero avrebbe dovuto ritenere irricevibile l’intervento in quanto palesemente contrastante con il giudicato del Consiglio di Stato; invece ha aperto i termini per le osservazioni. Qui il link al progetto: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1619

È ritornato alla VIA nazionale anche il contestatissimo progetto VegaB nel canale di Sicilia proposto dalla Edison. Il progetto prevede la perforazione di n. 8 pozzi aggiuntivi (qui il link al progetto: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1018).

TGS-NOPEC_sardegnaPer quattro degli otto progetti si tratta invece della loro riproposizione alla V.I.A. nazionale dopo un primo deposito avvenuto nel 2015. Ora partono di nuovo i termini per le osservazioni per il pubblico ma c’è il trucco!

Si tratta, infatti, di riproposizioni di progetti già depositati nel 2015 ma non approvati per la parzialità e la scarsa chiarezza della documentazione.

Un progetto riguarda un’ampia area di ben 600.000 ettari del Mare di Sardegna in cui la società TGS – Nopec vuole condurre prospezioni con la tecnica dell’airgun (qui il link al progetto http://www.va.minambiente.it/).

Un intervento riguarda la messa in produzione del Pozzo Agosta 1dir a Comacchio, a pochissima distanza dal sito UNESCO delle Valli. Un’area tutelata ai massimi livelli internazionali che viene messa a rischio dalla subsidenza che per stessa ammissione dell’ENI verrà prodotta dalle estrazioni di gas. Qui il link al progetto: http://www.va.minambiente.it/

Un progetto riguarda il pozzo esplorativo Malerbina1 dir nel ferrarese, presentato dalla società Enel Longanesi Developments s.r.l.( qui il link al progetto: http://www.va.minambiente.it/).

Infine un intervento riguarda la messa in produzione del pozzo di petrolio Torrente Tona 26dir in Molise da parte della società Adriatica Idrocarburi (qui il link al progetto: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1529).

In tutti i casi vi era stata una netta opposizione delle comunità locali, compresi diversi enti.

Invece di bocciare questi ultimi quattro progetti che abbiamo citato o dichiararli irricevibili come prevede la legge il Ministero dell’Ambiente usa in maniera distorta un comma del Decreto legislativo 152/2006 “Testo unico dell’Ambiente” per permettere ai petrolieri di integrare la documentazione fuori tempo massimo.

La norma (l’art.26 comma 3) prescrive che dopo il primo deposito eventuali integrazioni possono essere richieste una sola volta e comunque entro 30 giorni dalla scadenza per le osservazioni da parte del pubblico.

Invece il ministero richiede le integrazioni anche a ben 8 mesi di distanza, oltre i termini di legge. Inoltre la norma specifica che per il deposito delle integrazioni possono essere concessi al massimo 3 mesi di tempo mentre per il progetto del mare di Sardegna è stata concessa una proroga di 8 mesi!

Tra l’altro i proponenti conseguono un vantaggio rispetto agli oppositori in quanto dopo la prima pubblicazione sanno le motivazioni alla base delle opposizione e delle osservazioni contrarie.

Sostanzialmente il Ministero organizza una grande correzione di bozze usando dopo la prima fase di pubblicazione inconcludente le osservazioni contrarie come traccia per migliorare progetti zoppicanti. Altro che qualità delle procedure di V.I.A.!

Il M5S ritiene del tutto illegittime le procedure che il Ministero dell’Ambiente sta ponendo in essere. È l’ennesima conferma che si tratta di un Governo prono alle esigenze delle lobby che fa i regali ai potenti mentre regala il carbone (e altri idrocarburi) agli italiani.

Inoltre non è possibile continuare ad esaminare progetto per progetto parcellizzando gli impatti senza una Valutazione Ambientale Strategica.

Di lato potete vedere le mappe delle aree interessate da tre dei progetti in questione. Le altre mappe sono facilmente scaricabili dai link.

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