Al momento non c’è nulla di rilevante a livello giuridico, è possibile che a vincere siano stati i candidati più preparati. Ma va sottolineato come a novembre, su duecento partecipanti a un concorso per un ruolo da dirigente amministrativo, eravamo in grado di indicare chi avrebbe vinto.
È evidente che, non avendo doti di chiaroveggenza, la questione necessiti quantomeno di un controllo. Ho inviato a suo tempo tutti gli atti, certificata per data tramite Pec, a un legale di fiducia per le valutazioni del caso. Chiederemo alla Regione se abbia intenzione di avviare un’analisi ispettiva, su quelle che sembrano anomalie.
La situazione riscontrata è anomala e pone grossi interrogativi sull’esito di questo concorso.
Motivo per cui il Movimento Cinque Stelle tornerà a chiedere, in Consiglio Regionale, che Regione verifichi nel dettaglio l’accaduto. Contestualmente porteremo i fatti all’attenzione di Orac, confidando che il suo attivarsi consenta l’acquisizione di nuova documentazione. Una volta raccolte tutte le carte procederemo a consegnare la documentazione in Procura. Infine auspichiamo che, durante il lasso di tempo necessario a portare avanti il tutto, chiunque in graduatoria, e quindi legittimato a farlo, chieda l’annullamento della procedura per possibili vizi e in tal senso siamo a disposizione. Tutto nella speranza che le verifiche resisi necessarie facciano luce oltre ogni ragionevole dubbio sui profili di forte gravità oggi sotto gli cchi tutti confermando così la regolarità del concorso.
Leggi gli articoli di Giampiero Rossi, per il “Corriere della Sera”:
I risultati finali del concorso sono stati pubblicati pochi giorni fa, ma già nove mesi prima qualcuno aveva messo per iscritto (e spedito al Corriere) i nomi dei vincitori. Secondo il dizionario Sabatini Coletti in italiano la parola «casualità» esprime la «caratteristica di ciò che non è voluto o programmato, o che non è controllabile dalla volontà perché imprevedibile, fortuito». E potrebbe essere questo il perimetro in cui si sviluppa la vicenda che accompagna il concorso pubblico per l’assunzione «a tempo indeterminato» di quattro dirigenti (forse sei) da parte dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente. Il «caso» nasce i16 settembre 2020, quando un avvocato milanese si rivolge al Corriere accennando a informazioni interessanti a proposito del concorso bandito dall’Arpa. In sostanza — spiega riportando quanto riferito da una fonte che intende mantenere coperta dal segreto professionale — all’interni della struttura dell’Arpa sono ampiamente noti i nomi dei vincitori della selezione che porterà almeno quattro persone al rango di dirigente regionale, con stipendi tra i 70 e i go mila euro annui, cioè il doppio di quanto quelle stesse persone percepiscono attualmente. Un’ipotesi tutt’altro che banale, dal momento che di mezzo c’è una procedura pubblica.
Così, a futura memoria, il 6 ottobre scorso l’avvocato spedisce un’email in cui mette per iscritto nomi e cognomi dei vincitori del concorso indicati dalla sua fonte. Sono sei, sebbene il concorso riguardi soltanto quattro posti, perché comunque — spiega — si arriverà a sei posti da dirigente per effetto del piano triennale del fabbisogno di personale, che sommerà due assunzioni relative all’anno 2020 alle quattro programmate per il 2019. La spiegazione delle dinamiche ambientali e politiche che farebbero da corollario a questo percorso non mancano di dettagli sui rapporti che legherebbero tra loro i protagonisti del presunto disegno. Ma si tratta soltanto di congetture, in quel momento c’è soltanto una cosa da fare: aspettare e vedere se davvero alla fine del percorso risulteranno vincitori le persone indicate nell’e-mail del 6 ottobre 2020. Nel frattempo, tuttavia, un’altra segnalazione anonima viene indirizzata al consigliere regionale Massimo De Rosa (Movimento cinque stelle) e alla procura generale dela Corte dei conti, seguita a stretto giro da altre due missive con ulteriori dettagli relativi al contesto che precede e accompagna l’iter concorsuale. Lo stesso De Rosa, in effetti, il 19 ottobre 2020 presenta un’interrogazione sul concorso per dirigenti dell’Arpa e, in particolare, pone domande sul travagliato percorso che ha portato a diversi cambiamenti di data, compreso un anticipo di una settimana della preselezione, che è avvenuta in piena emergenza Covid, in concomitanza del referendum sulla riduzione dei parlamentari e delle lezioni amministrative in diverse parti d’Italia. Tutto regolare, risponde l’Arpa, questione di disponibilità di spazi idonei. Ora il concorso è finito. Sono stati pubblicati i risultati: e tra primi sei classificati figurano quattro dei sei nomi contenuti nell’email arrivata al Corriere il 6 ottobre scorso. «Al momento non c’è nulla di rilevante a livello giuridico, è possibile che a vincere siano stati i candidati più preparati — commenta il consigliere regionale M5s Massimo De Rosa, che continua a seguire la vicenda —. Ma va sottolineato come a novembre, su duecento partecipanti a un concorso per un ruolo da dirigente amministrativo, eravamo in grado di indicare chi avrebbe vinta. È evidente che, non avendo doti di chiaroveggenza, la questione necessiti quantomeno di un controllo. Ho inviato a suo tempo tutti gli atti, certificata per data tramite Pec, a un legale di fiducia per le valutazioni del caso. Chiederemo alla Regione se abbia intenzione di avviare un’analisi ispettiva, su quelle che sembrano anomalie». Arpa fa sapere che al momento non intende commentare la vicenda. Per l’assunzione formale dei vincitori manca orala chiamata in servizio.
«Concorso pilotato? Tutto a norma» dice Arpa Lombardia.
«Arpa Lombardia ricorda che tutti gli atti del procedimento sono pubblici e accessibili a norma di legge». E questa la prima, per ora l’unica risposta ufficiale alle tante domande sollevate dalla vicenda del concorso per dirigenti dell’Agenzia regionale per l’ambiente. La notizia che i nomi di quattro dei primi sei classificati nella graduatoria fossero stati annunciati per iscritto nove mesi prima dell’esito finale non ha ancora suscitato reazioni istituzionali, sebbene nel passaparola tra dipendenti e concorrenti bocciati circoli l’ipotesi-speranza che possa essere lo spunto per un’iniziativa della procura della Repubblica, dell’Orac o di qualche altro organo investigativo o ispettivo. Al momento, dunque, ci sono soltanto molte coincidenze, tante domande e le reazioni politiche delle opposizioni in consiglio regionale. «Credo che ci troviamo di fronte a un fatto di una gravità gigantesca, che richiede subito un’indagine ispettiva commenta il capogruppo al Pirellone del Movimento cinque stelle, Massimo de Rosa -. La situazione riscontrata è anomala e pone grossi interrogativi sull’esito di questo concorso. Motivo per cui il Movimento Cinque Stelle tornerà a chiedere, in consiglio, che la Regione verifichi nel dettaglio l’accaduto. Contestualmente prosegue porteremo i fatti all’attenzione di Orac, confidando che il suo attivarsi consenta l’acquisizione di nuova documentazione. Una volta raccolte tutte le carte provvederemo a consegnare la documentazione in procura. Infine auspichiamo che chiunque in graduatoria, e quindi legittimato a farlo, chieda l’annullamento della procedura per possibili vizi e in tal senso siamo a disposizione. Tutto nella speranza che le verifiche necessarie facciano luce oltre ogni ragionevole dubbio sui profili di forte gravità oggi sotto gli occhi di tutti, confermando così la regolarità del concorso».
Nel merito della vicenda, all’indomani della rivelazione dei vincitori annunciati, il tam tam tra concorrenti bocciati al concorso sospetto e dipendenti dell’Arpa rilancia il compiaciuto stupore per la rivelazione pubblica di una dinamica che «tutti sapevano». A quanti pare non c’è stata fiducia nello strumento del whistleblowing, ma ora si sono riaccese le speranze di chi sostiene di aver sempre visto le strade della crescita professionale sbarrate da «presenze ingombranti» e «logiche d’altro tipo». E anche se nessuno osa ancora esporsi, molti pensieri ritornano alla sequenza di rinvii, anticipi, cambiamenti di data della prova preselettiva e anche al contenuto stesso dell’esame ora al centro dell’attenzione: «Una sequenza che sembra studiata per accompagnare certi candidati, se un magistrato volesse guardarci dentro.».