Il contratto di Governo parla chiaro: chiudere inceneritori e discariche, non realizzarne di nuovi.
Oltre ad essere obsoleti e superati, gli inceneritori bruciano i rifiuti creando meno energia di quella che serve a produrli. Sono inquinanti perché producono ceneri che poi vanno smaltite in discarica (il 20-25% dei rifiuti bruciati). È un meccanismo infernale che non fa altro che peggiorare la salute dei cittadini. E le loro tasche: perché non creano occupazione, anzi, concentrano i profitti nelle mani di pochi. Del resto, per costruire un inceneritore, oltre ai costi esorbitanti, ci vogliono dai 5 agli 8 anni e per realizzarne uno bisognerebbe aspettare il 2025!
Cosa vogliamo fare:
Programmi riduzione rifiuti
Raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale (più ricicli meno paghi). Oggi la Marca differenzia l’86% dei suoi rifiuti producendo solo 45 kg di rifiuto pro capite l’anno (43.000 tonnellate annue). In Italia la media è di 270/300 kg annui pro capite.
Impianti di selezione, trattamento meccanico biologico (riducono ulteriormente la massa dei rifiuti del 10% portando le tonnellate da smaltire a 35.000 annue in provincia di Treviso).

Impianti di riciclo e recupero-riutilizzo materia. Proprio quest’anno è stata avviato il primo impianto al Mondo di riciclo pannolini (il 10% dell’indifferenziato). Ora tratta solo poche centinaia di tonnellate ma a regime potrebbe portare l’indifferenziato della provincia di Treviso a soli 35 kg abitante l’anno. Cioè 35.000 tonnellate annue che ridotti dal trattamento meccanico biologico potranno diventare in futuro meno di 25mila tonnellate l’anno. Sono numeri che industrialmente escludono qualsiasi nuovo inceneritore.
Impianti di compostaggio, per riciclare i rifiuti organici che diventano fertilizzante.
Queste azioni unite ad altre che stiamo iniziando ad approvare in diversi provvedimenti come l’Iva agevolata al 5% per i prodotti da riciclo o compostaggio, l’obbligo di pesa per gli autodemolitori, unito all’obbligo di inviare a riciclo-recupero materia ogni parte riciclabile da autodemolizione (parliamo di oltre 1 milione di tonnellate annue), la raccolta differenziata della organico in tutti i Comuni italiani entro il 2020, il divieto di
usa e getta di plastica (avviando progetti di riconversione industriale per le aziende del settore) possono portare l’Italia verso un vero cambiamento che farà bene creando decine di migliaia di posti di lavoro.
Il collega Alberto Zolezzi sta ultimando uno studio avvalendosi di esperti. Con il “Modello Treviso”, grazie alla raccolta domiciliare portando l’Italia all’obiettivo minimo del 65% di differenziata (oggi siamo al 52%) realizzando impianti di riciclo, trattamento meccanico biologico, selezione, compostaggio si passerebbe subito da 51 a 17 inceneritori! Più altre decine di discariche chiuse. Il primo passo verso Rifiuti Zero.
In Europa nella Comunicazione della Commissione sul ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare del 26.01.2017, si dice chiaramente che: “va ridefinito il ruolo dell’incenerimento dei rifiuti per evitare che si creino ostacoli alla crescita del riciclaggio e del riutilizzo”. Le scelte degli Stati Membri nella gestione dei rifiuti devono rispettare la gerarchia dei rifiuti e dare priorità alla prevenzione, al riutilizzo e al riciclaggio. Aggiunge inoltre che, tassi elevati di incenerimento non sono coerenti con obiettivi di riciclaggio più ambiziosi. Per ovviare a questo problema, la Commissione europea suggerisce agli Stati membri di:
1) introdurre o aumentare le imposte sull’incenerimento
2) abolire gradualmente i regimi di sostegno per l’incenerimento dei rifiuti
3) introdurre una moratoria sui nuovi impianti e smantellare quelli più vecchi e meno efficienti
In Commissione Ambiente del Parlamento Europeo abbiamo sempre cercato di introdurre il divieto all’incenerimento dei rifiuti proponendo emendamenti che vanno nella direzione di:
1) Aumentare le tasse per la messa in discarica e l’incenerimento per scoraggiare queste pratiche
2) Vietare l’utilizzo di fondi europei per inceneritori e discariche
3) Eliminare i sussidi dannosi all’ambiente, inclusi i sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili, e quelli per gli inceneritori
4) Graduale eliminazione di inceneritori e discariche.
In Lombardia il Consiglio Regionale si è espresso con voto unanime per la chiusura degli inceneritori. Per quanto ci riguarda non ci sono dubbi. La strada da seguire è tracciata, il governatore Fontana non deve far altro che seguirla.
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