Home / ATTIVITA' PARLAMENTARE / QUESTIONI NAZIONALI / Isin bloccato dal governo, manca ancora il direttore
Isin bloccato dal governo, manca ancora il direttore

Isin bloccato dal governo, manca ancora il direttore

L’Istituto nazionale per la sicurezza e la radioprotezione (Isin) è attualmente, ancora, senza un direttore generale. Questo non solo pone rilevanti problemi in merito alla soluzione del problema relativo alla gestione delle scorie nucleari (si deve procedere urgentemente all’individuazione delle aree idonee ad ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive), ma mette anche l’Italia in una situazione di rischio per ciò che concerne l’apertura di una probabile procedura d’infrazione a nostro carico, da parte dell’Unione Europea. L’istituzione dell’Isin è legata infatti al recepimento di una direttiva comunitaria, la direttiva 2011/70/Euratom, relativa alla gestione responsabile e sicura dei rifiuti radioattivi di origine elettronucleare, una funzione espressamente voluta a salvaguardia dei cittadini, che attualmente non viene espletata da nessuno.

Miur-6751

Antonio Agostini

Il motivo? A bloccare il tutto, con i relativi rischi è la nomina di un direttore. La questione legata alla nomina del direttore, comincia ad ottobre del 2014, quando il il ministro per i Rapporti con il Parlamento, propone la nomina del dottor Antonio Agostini. Il curriculum di Agostini (laurea in Giurisprudenza, l’abilitazione alla professione forense, il servizio come ufficiale dei carabinieri fino al 1992 e la successiva carriera alla Presidenza del Consiglio dei ministri) pur di tutto rispetto, solleva immediatamente diverse perplessità in relazione al ruolo per il quale viene proposto. Ho personalmente sollevato grosse critiche in Commissione in merito alla compatibilità del profilo di Agostini, rispetto a quanto previsto dall’articolo 6 del decreto legislativo n. 45/2014, dove si dispone che il direttore venga scelto“tra persone di indiscussa moralità e indipendenza, di comprovata e documentata esperienza e professionalità ed elevata qualificazione e competenza nei settori della sicurezza nucleare, della radioprotezione, della tutela dell’ambiente e sulla valutazione di progetti complessi e di difesa contro gli eventi estremi naturali o incidentali”.

scorie-nucleari-6751Dopo il mio intervento un articolo de ilfattoquotidiano.it pubblica in esclusiva un rapporto redatto dagli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze a seguito di un’indagine interna svolta sull’operato di Agostini, nel periodo di direzione espletato al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dove emerge che il candidato all’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) sarebbe stato: «Inadeguato a gestire programmi così complessi (…), con profili di illegittimità suscettibili di determinare una configurazione di danno erariale e circostanze penalmente rilevanti». Le Commissioni parlamentari di Camera e Senato, nonostante il voto contrario di Sel e M5S, esprimono comunque parere favorevole alla nomina di Agostini con voto segreto, ma dieci giorni dopo, il 14 novembre, giunge la notizia dell’avviso di chiusura indagini per abuso d’ufficio e turbativa d’asta nell’assegnazione di fondi comunitari da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca notificato dal pm Roberto Felici ad Antonio Agostini in procinto di diventare capo dell’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare.

A questo punto anche i Presidenti delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive, entrambi del Pd, della Camera, Realacci e Epifani,invitano pubblicamente i ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, Galletti e Guidi, a sospendere la nomina di Agostini. Lo scorso aprile arriva la richiesta di rinvio a giudizio ed il procedimento di nomina del direttore dell’Isin viene rimesso al Consiglio dei ministri.

Da quel momento in avanti tutto tace. Della nomina non se ne sa più nulla, fin quando il portavoce del Movimento Cinque Stelle Marco De Villa solleva nuovamente la questione, attraverso un’interrogazione parlamentare. La risposta del governo è allarmante. L’esecutivo, pur condividendo la necessità di procedere quanto prima ad una nomina, prende ancora tempo poiché : “sono tutt’ora in corso le necessarie valutazioni procedimentali nel rispetto del percorso stabilito dalla legge”. Dopo un anno?

Procedere alla nomina è un’urgenza, dal momento che l’Italia è chiamata ad individuare con altrettanta urgenza aree idonee ad ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive. Cosa aspetta il governo a rendere finalmente operativo l’Isin? Possibile che a bloccare un procedimento così delicato e di tale importanza sia la nomina di un direttore?

La funzione dell’Isin, la cui istituzione è legata è legata al recepimento di una direttiva comunitaria, la direttiva2011/70/Euratom relativa alla gestione responsabile e sicura dei rifiuti radioattivi di origine elettronucleare, è di importanza determinate per garantire la salute e la tutela dei cittadini in una materia così delicata come quella del nucleare. La sua operatività non può e non deve essere bloccata da più di un anno, dall’attribuzione di una nomina.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

*

Scroll To Top