Oggi in Italia il #lavoro è in cima alle preoccupazioni dei #cittadini.
La mancanza di un lavoro sicuro condanna i nostri ragazzi al limbo del precariato a tempo indeterminato, all’incertezza del lavoretto. Condizioni rese permanenti da una politica incapace di guardare al di là dei propri interessi, delle “mancette” elettorali.
Chi invece un lavoro ce l’ha, è sempre più spesso costretto a barattarlo con diritti e sicurezza. Le morti sul lavoro nel nostro Paese anche quest’anno sono state troppe. Sono già 220 in Italia i caduti sul lavoro dall’inizio dell’anno, 27 nella sola Lombardia. L’entrata in vigore, ormai dieci anni fa, del Testo Unico della sicurezza sul Lavoro non pare aver sortito effetti e da allora poco o niente è stato fatto. Anzi, dove possibile sono state tegliate risorse e fondi per controlli e sicurezza. Se ti va bene è così, altrimenti sai quanti ne troviamo?
Così, mentre la situazione imporrebbe risposte immediate, i partiti rifiutano di firmare un contratto di governo finalizzato a mettere in pratica le riforme di cui il Paese e i cittadini avrebbero bisogno. Preferendo anteporvi i propri interessi. E passato il Primo Maggio il tema del lavoro tornerà, ancora una volta inesorabilmente, a scivolare fuori dalle agende di media e politica.