Che in Italia la situazione smog sia fuori controllo, al punto da rappresentare una vera e propria emergenza sanitaria, ne siamo dolorosamente a conoscenza da tempo. Ciò di cui non riusciremo mai a farcene una ragione è il modo in cui chi ci ha governato abbia deliberatamente deciso di ignorare il problema. Incuranti degli oltre 80mila decenni annui (dati OMS) causati dall’inquinamento, insensibili ai richiami dell’Europa che a suon di multe miliardarie prova a richiamare l’attenzione del nostro governo sul problema, i nostri politicanti hanno lasciato che il nostro territorio, mi riferisco in particolare alla Pianura Padana, diventasse una vera e propria camera gas.
L’ultima allarmante fotografia della situazione l’ha scattata Legambiente attraverso il rapporto: Mal’aria 2018, “L’Europa chiama, l’Italia risponde?” (CLICCA QUI PER LEGGERLO). Il dossier parla di emergenza cronaca, descrive un 2017 da codice rosso con l’aria diventata irrespirabile in almeno 39 capoluoghi italiani. La situazione peggiora in Pianura Padana, dove in 31 dei 36 capoluoghi di provincia è stato sforato il limite annuo di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi.
I RICHIAMI E LE SANZIONI
I cittadini non solo sono costretti a pagare l’aria irrespirabile con la propria salute, ma saranno costretti, dall’incompetenza dei nostri politicanti ad aprire anche il portafoglio per pagare le multe dell’UE. In questo senso arrivano le parole del commissario europeo Karmenu Vella a margine dell’incontro avvenuto a Bruxelles sul tema: “Questo incontro è stato convocato per tre motivi. Per proteggere i cittadini. Per chiarire che se non vi è alcun miglioramento della qualità dell’aria ci saranno conseguenze legali. E per ricordare agli Stati membri che questo percorso è alla fine di un lungo, in alcuni casi troppo lungo, periodo fatto di offerte di aiuto, consigli dati e avvertimenti fatti”. Consigli, avvertimenti e offerte d’aiuto ovviamente ignorate dal nostro governo, forse troppo impegnato a trivellare e stringere accordi con petrolieri.
COSA FARE?
Nel programma che il Movimento cinque Stelle ha scritto, assieme ai cittadini, per Regione Lombardia abbiamo provato a dare alcune risposte. Occorre abbattere le emissioni degli impianti di riscaldamento degli edifici pubblici e privati favorendo la riqualificazione energetica, oggi perfettamente realizzabile con le tecniche disponibili, e agevolando nel contempo l’utilizzo di tecnologie di riscaldamento e fonti di energia rinnovabile a zero emissioni.
Parallelamente è necessario programmare la messa al bando degli impianti alimentati a gasolio, anche tramite forme di incentivazione alla sostituzione. La crescente diffusione dei sistemi di riscaldamento a biomasse solide, se da una parte contribuisce alla riduzione delle emissioni climalteranti, dall’altra merita particolare attenzione a causa delle significative emissioni inquinanti. Nell’ambito dei trasporti è fondamentale ridurre il traffico stradale e incentivare i comportamenti virtuosi principalmente secondo tre linee di azione:
– ampliando l’offerta e migliorando la qualità dei servizi di trasporto pubblico locale con l’obiettivo di renderli sempre più competitivi e appetibili rispetto al mezzo privato.
– promuovendo la creazione di zone pedonali di qualità e di reti di percorsi ciclabili sicuri, funzionali e realmente fruibili.
– agevolando la diffusione di un nuovo modello di mobilità basato sulla condivisione e sulla fruizione di servizi innovativi come ad esempio il car sharing, il bike sharing, il car pooling.
Come ricordato dal direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani non servono misure spot. E’ piuttosto urgente mettere in atto interventi strutturali a livello nazionale e locale. Si tratta di una sfida che la prossima legislatura dovrà assolutamente affrontare.
Ora spetta ai cittadini decidere se affidarsi a chi li ha già soffocati, o dare fiducia a chi ha messo ambiente, salute e qualità della vita al centro di tutti i suoi programmi.