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“Non possiamo pensare di vivere di rendita grazie al petrolio”

“Non possiamo pensare di vivere di rendita grazie al petrolio”

Non accade tutti i giorni che un petro-Stato dichiari al massimo livello di voler ripensare la strategia energetica nazionale, rinnegando una delle sue principali fonti di ricchezza. Attualmente infatti l’indotto da trivellazioni marini pesa quasi il 15% all’interno del P.I.L. norvegese. Sia chiaro la Norvegia toglie investimenti in fossili del suo fondo sovrano, non smetterà di trivellare domani, ma il segnare resta comunque forte e chiaro. Il governo ha infatti presentato un documento in cui viene messo nero su bianco il principio per cui: abbandonare il petrolio come fonte di profitto, non potrà che giovare all’economia dello Stato. Ricordando come entro il 2025-2030 ad un’economia a zero emissioni.

“Non possiamo pensare di vivere di rendita grazie al petrolio” sono parole di Erna Solberg, primo ministro norvegese.

Più o meno in contemporanea con le dichiarazioni di Erna Solber, il Movimento Cinque Stelle ha presentato il proprio Programma Energia. E’ la prima volta nella storia della politica italiana in cui un Movimento politico presenta un programma frutto delle scelte dei cittadini, che si sono espressi e hanno votato all’interno della piattaforma Rousseau ognuno dei sette punti presentati. Cosa che avverrà anche per le singole parti del programma, le quali saranno di volta in volta votate dai cittadini.

Quanto chiesto dai cittadini, i nostri obiettivi sono chiari. Si parte dal risparmio e dall’efficienza energetica per arrivare a dare l’addio al carbone, petrolio e gas entro il 2050, coinvolgendo industria, agricoltura, trasporti e scelte individuali. In un Paese dove si continua a puntare sui gasdotti in un contesto di calo dei consumi invece che investire su rinnovabili, un’altra politica energetica non solo è possibile ma non è più rinviabile.

Oggi c’è chi definisce il nostro programma “Vintage” all’insegna della “nazionalizzazione” e “dell’autarchia” (“Il Messaggero“) dimostrando ancora una volta come, mentre il Mondo – o almeno quella parte di mondo che negli ultimi anni ha saputo mostrare una certa lungimiranza sull’argomento- guarda al futuro; in Italia continuiamo a limitarci ad un vecchio modo di guardare allo sviluppo energetico e alle nostre potenzialità. Un modo legato alle beghe di cortile e agli interessi legati alla singola legislatura. Per questo serve una visione orientata al lungo periodo, ma soprattutto libera di agire per il bene del Paese e non con le mani legati da chissà quale finanziatore o portatore d’interesse.

Il passaggio verso un futuro rinnovabile è inevitabile. Noi siamo pronti.

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