Nel paese dell’ILVA, delle discariche di Bussi e Brindisi, del PCB di Brescia, degli idrocarburi a rischio di entrare in falda a Mantova, con migliaia di persone che muoiono o nascono deformate per l’inquinamento come evidenziano le ricerche dell’Istituto Superiore di sanità, per esempio nello studio “Sentieri” invece di introdurre normative stringenti e pretendere dai grandi gruppi responsabili dell’inquinamento nazioni di bonifica reali come si fa nei paesi civili da decenni, si preferisce alzare i limiti per gli inquinanti. Sono 1200 i decessi annui aggiuntivi nelle aree SIN (dove vive il 10% della popolazione italiana) rispetto alle aree non SIN, e il numero di decessi è in aumento secondo l’aggiornamento dello studio che imbarazza così tanto il ministero della salute che non intende finanziarlo a dovere e non ha ancora redatto un comunicato puntuale in merito ai dati pubblicati sulla rivista italiana di epidemiologia già nel maggio scorso.
Il testo base del Decreto 91/2014 conteneva diversi regali agli inquinatori: dall’innalzamento dei limiti per gli scarichi a mare dei solidi sospesi per poli chimici e piattaforme all’incredibile procedura di “autocertificazione” del grado di contaminazione da parte degli inquinatori, con procedure di bonifiche “semplificate” del tutto opache e facilmente utilizzabili per nascondere la polvere tossica sotto al tappeto. Vi era anche l’innalzamento dei limiti per le aree militari, considerate tutte alla stregua di aree industriali nonostante migliaia di ettari dei poligoni siano aree a pascolo o a macchia mediterranea. Nel passaggio al Senato il testo è stato ulteriormente peggiorato!
Infatti è stato tentato un durissimo colpo alla certezza dei limiti di legge per gli inquinanti, oggi validi uniformemente in tutto il paese, introducendo soglie variabili sulla base dei cosiddetti “valori di fondo” delle varie sostanze. Peccato che la maggioranza abbia dimenticato di aggiungere la parola “naturale” e così secondo il testo uscito dal Senato bisognava tener conto non solo dei valori “naturali” di base di una certa sostanza, ad esempio il Cadmio, ma anche dell’apporto di fonti di inquinamento diffuse. Di conseguenza in un’area inquinata come la Val padana ci sarebbero limiti di legge per un inquinante diversi da quelli di aree poco abitate, che saranno più bassi. Valori a geometria variabile in cui a guadagnarci saranno gli inquinatori che così avranno limiti più larghi in molte aree del paese, con cittadini di serie a e di serie b a seconda del contesto territoriale. Questo punto è stato in parte migliorato con le nostre proposte emendative.
Non basta! Nel Decreto hanno aggiunto anche procedure per il riutilizzo dei materiali da dragaggio che permetteranno di scaricarli nelle lagune tenendo conto dei limiti per le sostanze pericolose per i suoli e non quelli molto più stringenti per i sedimenti delle aree marino-costiere dettati peraltro da norme comunitarie. Il tutto per sostanze pericolose come il mercurio (stiamo parlando di una differenza di quasi venti volte) o cancerogene come il benzo(a)pirene (in questo caso per migliaia di volte!).
Il tema degli sfalci agricoli è stato affrontato consentendo l’abbruciamento di 3 metri cubi per ettaro al giorno di sfalci, che per la nostra nazione potrebbe equivalere a 30 milioni di metri cubi al giorno di materiale vegetale, spesso umido e intriso di pesticidi, la cui combustione potrebbe portare all’estinzione della nostra specie in Italia in breve tempo visto che in oltre metà del nostro stato si riscontrano già oggi superamenti delle polveri sottili consigliate dalla normativa europea (dal 1 gennaio 2015 si pagheranno oltretutto pesanti sanzioni), la corrente neroniana del PD ha provato a spingere oltre chiedendo la combustione di 50 milioni di metri cubi al giorno di reflui, e un mio emendamento riformulato perlomeno consente ai comuni di valutare se concedere questa pratica basandosi soprattutto sul livello annuo di inquinamento da polveri sottili.
Nella versione emendata dal Senato si intendeva addirittura consentire di immettere in una normale discarica materiale contenente amianto, eliminando il test di cessione, in una nazione dove gli illeciti in questa filiera sono all’ordine del giorno siamo almeno riusciti a stralciare questa assurdità, siamo sempre in attesa dell’inizio delle attività della commissione bicamerale rifiuti, bloccata dai partiti di maggioranza per logiche spartitorie, in particolare dal PD, il partito del divano visto che le poltrone non bastano più.
In questo decreto si sono anche assestati colpi importanti al settore delle energie rinnovabili e non si è affrontato in maniera adeguata né il tema della riqualificazione energetica né quello del dissesto idrogeologico, problemi quelli sì urgenti, come è urgente è il tema occupazionale. I dati ENEA e CRESME che abbiamo affrontato nel corso del comitato indagine sulla green economy dimostrano con chiarezza come tutela ambientale e occupazionale siano correlati, un miliardo di euro investito in fonti fossili o grandi opere inutili come la TAV o la SAT può dare lavoro a poche centinaia di persone, la stessa cifra investita in solare fotovoltaico dà circa 3000 posti di lavoro, in interventi contro il dissesto idrogeologico circa 7mila, in interventi per la riqualificazione energetica degli edifici circa 15mila, e allora come pensa questo Governo tragicomico di sbloccare l’Italia che si sta disfacendo fra frane e piogge? Finanziando grandi opere inutili con 43 miliardi di euro…e utilizza CDP, i risparmi degli italiani, alcune centinaia di miliardi di euro, come garanzia per la svendita del patrimonio pubblico, invece che per mettere in sicurezza la nazione e far ripartire l’economia, con 43 miliardi di euro si potrebbero dare 685 mila posti di lavoro (36 volte di più che per le GOI), ma d’altronde per mantenere il consenso, oltre alle TV e ai giornali compiacenti, oltre alle gazzose offerte nei circoli del PD e alle carte da gioco, è necessario mantenere uno stato di tensione, di insicurezza, che non invoglia a rischiare di mettere in gioco lo straccio di lavoro che si ha, che non invoglia ad esprimere la propria opinione, che fa temere perfino di accettare un volantino del nostro gruppo se si è dipendenti comunali o spinge ad annullare una firma messa in calce a una petizione, come avviene nel mio comune di residenza, Curtatone, per cui il PD diventa il partito della disoccupazione.
E questo decreto al limite è un decreto “incompetenza” se fossero in buona fede, ma è giusto chiamarlo ambiente protetto, visto il livello di sfruttamento a cui si vuole sottoporre l’ambiente, che rischia di non lasciare alcuna risorsa per le future generazioni, quindi l’ambiente può essere definito protetto nell’accezione del meretricio, ed è interessante notare che nessuno si prende la paternità di alcuni contenuti ed emendamenti giunti pari pari alle forze di maggioranza, che mi inducono a pensare che oltre al Ministero dell’ambiente in Italia ci sia da qualche parte anche il lenone dell’ambiente,
l’estate è la stagione giusta per fare macelleria ambientale, per distruggere a popolo distratto e stanco quel che rimane, e questo scempio avviene anche negli altri ambiti politici, lo stiamo vedendo con le riforme costituzionali, dove si sta cercando di distruggere la partecipazione e la rete che può migliorare la nostra società, una società in rapida trasformazione per adattarsi alle esigenze dettate dalla scarsità di risorse e dai mutati modelli sociali, che con la riforma proposta perderebbe ogni contributo dei cittadini sempre più sfiduciati e depressi , che si possono sfogare solo sperando in una vincita al gioco d’azzardo, in cui gettano ogni anno più di 100 miliardi di euro incitati dai giochi in prima serata alla RAI, ma c’è un punto di speranza, che sovviene pensando alla nostra storia e tradizione, che per qualcuno può esser fede; se domani Renzi e Berlusconi si incontreranno non faranno il secondo patto del Nazareno, bensì il terzo, questo patto misterioso in cui di sicuro si vuole eliminare la partecipazione, la costituzione, la democrazia.
Il primo patto del Nazareno risale a oltre 2mila anni fa, non si sa bene chi fosse coinvolto, ma risulta una persona venale, Giuda, dei collaborazionisti (fra cui il sacerdote Anna, come la senatrice Finocchiaro), e un arbitro, un centurione grasso che se ne lavò le mani, quel patto suggerisce speranza se lo si legge con attenzione visto che Giuda dopo aver trovato il denaro si impiccò, i collaborazionisti videro il loro Stato distrutto dalle forze straniere pochi anni dopo e chi se ne lavò le mani cadde nell’oblio in vita, per cui forse non conviene a nessuno andare in quella direzione, e in ogni caso allora dopo un venerdì (come l’8 agosto) l’unico che risorse in gloria fu proprio l’oggetto del patto, ed è questa la speranza.
Portavoce Alberto Zolezzi