In Italia c’è una regione di 23mila chilometri quadrati – in pratica delle dimensioni di Campania, Liguria e Molise messe assieme – sacrificata al cemento. Il consumo di suolo avanza al ritmo di 30 ettari al giorno. Non solo, il cemento continua a mangiarsi il terreno anche in quelle aree soggette a rischio sismico o a dissesto idrogeologico.
Salvare il nostro suolo, proteggerlo dalla speculazione edilizia e dalla cementificazione, è fondamentale. Solo tutelando il terreno sul quale viviamo possiamo impedire nuovi disastri ecologici, alluvioni, frane, contaminazioni. Da anni il Movimento Cinque Stelle sta portando avanti questa battaglia. Purtroppo la proposta di legge della quale ero primo firmatario è stata prima nascosta per anni, all’interno di chissà quale cassetto. Poi snaturata al punto da diventare irriconoscibile. Da diventare una legge attraverso la quale incentivare il consumo di suolo stesso. Una proposta che, combinata con l’abominevole decreto Falanga, rischia di aprire le porte al cemento e all’abusivismo più cieco.
Questo non ci ha certo fermato. Al fianco dei cittadini e delle associazioni come Legambiente, Salviamo il Paesaggio, ACLI, Coldiretti, FAI, Istituto Nazionale di Urbanistica, LIPU, Slow Food, WWF, continuiamo a combattere la nostra battaglia a tutela del territorio, per fermare il consumo di suolo. Se al governo è troppo preso dai giochi di potere e dalla spartizione delle poltrone, per pensare al futuro dei cittadini, ci rivolgeremo all’Europa. C’è tempo solo fino al 12 settembre per firmare l’appello su salvailsuolo.it e chiedere finalmente all’Europa una legge sul suolo che ci protegga da nuove catastrofi e da un futuro incerto. Questa è la più grande iniziativa portata avanti dalle principali associazioni italiane ed europee a tutela di ambiente e cittadini. Per questo vi chiedo di cliccare su www.salvailsuolo.it e dare il vostro sostegno a questa causa.
Perché farlo?
Perché vogliamo un futuro dove le parole ecomostro e abusivismo siano abolite da ogni vocabolario. Vogliamo che la ripresa economica non passi dalla speculazione edilizia e dalle nuove cementificazioni, ma dalla riqualificazione e messa in sicurezza dell’esistente. Perché vogliamo smetterla di vedere facce costernate o ascoltare false promesse: “Non vi lasceremo soli”, il giorno dopo l’ennesima tragedia, l’ennesima alluvione o l’ennesima frana. Oggi siamo perfettamente in grado di stabilire dove è possibile costruire e dove invece edificare mette a rischio la vita dei cittadini. Eppure il consumo di suolo nelle aree a rischio continua ad aumentare (dati ISPRA). Se disgraziatamente un cittadino resta vittima del fiume Seveso che ciclicamente risorge dai tombini, di un torrente di Genova o di una frana a Sarno, dobbiamo smetterla di pensare sia vittima del maltempo, bensì del cemento. O meglio, di chi ha dato il permesso di costruire dove invece non si sarebbe potuto. Vi chiedo di firmare, perché vogliamo un futuro in cui non sia più possibile avvelenare il suolo con discariche abusive. Perché vogliamo dare nuovo impulso all’attività di bonifica affinché la frutta e la verdura sulle nostre tavole, non sia più contaminata da chissà quale veleno.
Come si firma la petizione:
Per firmare l’appello e chiedere all’Europa di dare un diritto al suolo basta visitare il sito salvailsuolo.it e inserire i propri dati. IMPORTANTE: tenere pronto un documento di identità per rendere valida la propria firma a livello europeo.