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Porto di Augusta, occorre trovare soluzioni meno impattanti

Porto di Augusta, occorre trovare soluzioni meno impattanti

Ho chiesto al ministro dell’Ambiente e al ministro delle Infrastrutture di rispondere ad alcune domande in merito al progetto di: “Acquisizione aree e realizzazione di nuovi piazzali attrezzati nel Porto Commerciale di Augusta”. Tale progetto, elaborato dall’Autorità Portuale di Augusta, prevede la cementificazione di oltre 300.000 metri quadri dell’area umida del Mulinello.

Il progetto nasce negli anni ‘90 ed ottiene VIA favorevole solo nel 2007. Con il tempo però le cose cambiano. Una successiva variante al progetto, ottiene nel 2013 parere di non assoggettabilità a nuova procedura di VIA. Il Comune di Augusta ha recentemente espresso ufficialmente la propria contrarietà alla realizzazione del progetto nella sua versione attuale. Gli stessi operatori portuali reputano la realizzazione delle nuove banchine, così come prevista dal progetto, dannosa e pericolosa per l’agibilità delle navi container che avrebbero meno spazio per manovrare-

porto-augustaDiversa è anche la connotazione data all’area interessata dai lavori. Le saline del Mulinello sono infatti note sin dall’antichità, ed il loro valore storico, ambientale e naturalistico è, diversamente da quanto erroneamente affermato all’interno dello studio preliminare, di grande rilevanza.

Il progetto, così come proposto, grava e compromette integralmente la Salina sinistra del fiume Mulinello, colmando e cementificando il sito, e preclude definitivamente un qualsiasi futuro di tutela e valorizzazione naturalistica. Cancellando di fatto una significativa porzione delle antiche Saline del Mulinello, in cui ancora oggi sono presenti gli ultimi preziosissimi resti di mulini a vento in legno.

Chi vuole la cementificazione, si fa forte del parere positivo inizialmente rilasciato dalla commissione VIA, ma trascura un particolare assai rilevante. Infatti, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, le disposizioni in materia di VIA non possono essere eluse attraverso uno strumentale frazionamento dei progetti, mirato a ridurre le soglie dimensionali delle attività, al fine di escluderne l’assoggettabilità a VIA. Quest’ultima necessita di una visione complessiva che impone la rinnovazione del giudizio di compatibilità ambientale nell’espletamento delle diverse fasi temporali di realizzazione dell’intervento. Inoltre i decreti VIA hanno una validità di 5 anni entro i quali i progetti devono essere realizzati, pena la decadenza della procedura, ed i lavori per la banchina non sono finora cominciati.

È passato troppo tempo per considerare per buono uno studio fatto troppi anni fa. Il progetto si basa infatti su di un’idea di porto commerciale ormai vecchia di quasi sessant’anni, assai lontana dagli attuali requisiti di sostenibilità economica e commerciale. L’opera è sproporzionata rispetto agli attuali flussi di traddico. Anche la valutazione di impatto idrogeologico pare lacunosa.

Per tutti questi motivi ho chiesto ai rappresentanti della maggioranza se non ritenessero opportuno sospendere un progetto che, qualora attuato, rischierebbe di provocare un impatto altamente negativo su un’area che mantiene caratteristiche di importante pregio ambientale. Non sarebbe forse più idoneo avviare processi di valutazione partecipativi, che coinvolgano i cittadini attualmente preoccupati da un’opera che avrebbe un gravoso impatto sul territorio? Non sarebbe meglio progettare varianti meno impattanti a livello ambientale, assicurando in sede di rinnovo del procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA, risposte all’altezza delle richieste dei soggetti coinvolti?

Attendiamo risposte.

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