Adesso i cittadini hanno uno strumento, attraverso il quale valutare l’impatto economico del consumo di suolo all’interno dei loro territori. Quantificare i servizi ecosistemici persi, attraverso la cementificazione, dà finalmente la misura di quanto la società sacrifica alla speculazione edilizia. Questo è l’aspetto che tengo maggiormente a sottolineare al termine del convegno SAM4CP. Durante l’evento l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA) ha presentato uno studio ipotizzando quali sarebbero gli scenari al 2030, per il comune di Roma, qualora il trend relativo al consumo di suolo proseguisse nel suo incedere attuale. La novità è rappresentata dal fatto che, da oggi, i cittadini hanno fra le mani uno strumento che permette loro di misurare in termini economici, i costi relativi alla cementificazione, sostenuti dalla collettività. Finora abbiamo affrontato le questioni legate al consumo di suolo, attraverso un ambientalismo generico. Le singole amministrazioni hanno sempre ragionato in termini legati al guadagno immediato di comuni e costruttori. È il momento di cominciare ad affrontare il tema attraverso un approccio sistemico. I dati mostrati oggi evidenziano, ancora una volta, il rapporto diretto fra ambiente, territorio e salute. Sottolineare l’aspetto economico della questione, fornendo in tal senso uno strumento a disposizione di tutti i cittadini attivi che desiderino partecipare alla vita e alle scelte legate al proprio territorio, serve a scardinare una volta per tutte il concetto per cui salute, tutela dell’ambiente e creazione di risorse per favorire crescita e benessere siano in antitesi.
Nella visione del Movimento Cinque Stelle la tutela di ambiente e territorio devono essere il principio cardine, sul quale innescare un meccanismo virtuoso attraverso cui creare benessere e lavoro. Basta pensare che un milione di euro investito in riqualificazione energetica crea 17mila posti di lavoro, numeri impensabili per la speculazione edilizia. Cementificare e consumare altro suolo non deve e non può essere una scelta per il futuro. Sia perché insostenibile per l’ambiente e la salute dei cittadini, sia perché economicamente sconveniente. Concetto da oggi, sotto gli occhi di tutti. Strumenti come quello presentato oggi sono fondamentali per la pianificazione territoriale, che riteniamo essere prerogativa dello Stato, slegata da interessi privati. Un concetto che ci proponiamo di mettere in pratica con il prossimo governo a Cinque Stelle.