A parole tutti d’accordo, la palla però è stata calciata in tribuna.
Il dibattito pubblico sul nuovo stadio di San Siro, rischia di diventare una leggenda metropolitana, anzi uno “Stadium Spy Story”. A parole tutti d’accordo, ma nei fatti assistiamo a un rimpallare di responsabilità poco rassicurante. Il sindaco Sala ha pubblicamente affermato che il dibattito si farà, calciando però nuovamente il pallone nella metà campo delle società che non avrebbero ancora presentato il progetto di fattibilità aggiornato.
Nella Commissione urbanistica l’assessore Tancredi ha spiegato che, senza il progetto delle squadre su tutta l’area, il dibattito pubblico non si farà perché non si saprebbe su cosa discutere. Dichiarazioni poi smentite dal presidente del Milan Scaroni. La palla a questo punto è finita in tribuna.
Per il Movimento Cinque Stelle il dibattito si deve fare e per poterlo avviare deve essere predisposto un documento delle alternative progettuali o comunque uno studio di fattibilità che li contenga, corredato da una analisi di costi benefici per ognuna di esse.
La prima delle alternative non può prescindere, per specifico obbligo di legge dalla verifica della possibilità di riuso del patrimonio immobiliare esistente, non si può tenere conto solo delle proposte di società private sulle quali ancora non è stato possibile effettuare le verifiche dei requisiti necessari.
È importante che sulle superfici da costruire, definite d’interesse generale e fuori dall’ indice del PGT, le obbligazioni d’interesse pubblico da assumere in convenzione siano tali ed esigibili.
Il Comune non può rimettere al promotore la valutazione al riguardo e, se i documenti presentati dallo stesso sono carenti, ha l’obbligo di integrarli o farli integrare per consentire un corretto avvio della procedura del dibattito pubblico. Procedura che serve, lo ricordiamo, ad effettuare scelte trasparenti, partecipate con le comunità interessate e ponderate, al fine anche di ridurre l’aggravio di eventuali contenziosi.
Vigileremo affinché l’iter per San Siro si svolga nel rispetto di questi principi, anche coinvolgendo la Commissione Nazionale sul dibattito pubblico, che ha il compito di presidiare il corretto svolgimento del dibattito e i presupposti per la corretta indizione.