Scandalo gessi WTE ascoltati in Commissione Agricoltura i vertici ARPA, M5S: “Subito una normativa nazionale per il tracciamento e controlli regionali più stringenti”
Questo pomeriggio in VIII Commissione Agricoltura sono stati ascoltati il Direttore Generale di ARPA Lombardia, Fabio Carella, e il Direttore di ARPA – Dipartimento di Brescia. Oggetto dell’audizione gli spandimenti di gessi di defecazione e fanghi, nelle scorse settimane al centro dello scandalo che ha coinvolto la ditta bresciana WTE.
«Le nostre domande si sono concentrate prevalentemente su due aspetti» dichiarano, al termine dell’audizione i commissari del Movimento Cinque Stelle: «il primo concerne i controlli di Arpa Lombardia, che riteniamo insufficienti, il secondo riguarda cosa accadrà ora ai terreni contaminati».
«Le risposte ricevute hanno evidenziato due aspetti. Il primo, quello inerente ai controlli, che la frammentazione delle responsabilità fra Arpa, Provincie e Stato non giova al conseguimento di un risultato efficiente. Non è chiaro se l’esiguità i controlli, che continuiamo a ritenere insufficienti rispetto alle segnalazioni, sia da imputare a carenza di risorse e personale, oppure ad altro motivo. In questo modo, come consiglieri regionali, è difficile capire come intervenire al fine di risolvere il problema e ottenere controlli più stretti. Motivare i mancati interventi con la lunghezza delle indagini, come fatto oggi da Arpa, non è una risposta all’esigenza di sicurezza che arriva dai territori» spiegano i portavoce pentastellati.
«L’altro aspetto emerso in maniera chiara è la necessità di una normativa nazionale, per regolamentare il settore. La situazione, così com’è ora, crea infatti paradossi. Come l’attuale, per cui qualora fossero individuati con esattezza i campi coinvolti nello scandalo WTE, impresa già di per sé complessa in quanto al momento il tracciamento dei gessi di defecazione non è previsto, una circolare ministeriale imporrebbe dagli stessi la rimozione di quei gessi che, non essendo trattati, sono rifiuti. Un obbligo che non solo rischierebbe di bloccare l’intero settore, ma potrebbe portare a più disagi, anche in termini ambientali con la movimentazione di terre e camion, che benefici. Questo perché intervenire oggi su spandimenti avvenuti fra il 2019 e il 2020 rischierebbe di essere fuori tempo massimo» concludono i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle.