Sostituire il ministro Sergio Costa sarebbe un errore gravissimo.
Un’ipotesi da scongiurare aldilà di ogni delicato gioco di equilibri in atto fra le forze politiche che stanno provando a dare un governo al Paese.
L’esperienza di Sergio Costa al ministero dell’Ambiente è fra le note maggiormente positive della precedente esperienza di governo e non lo dico solo da portavoce del M5S, ma lo sostengo da cittadino attivo per l’ambiente. Per la prima volta, in Italia, abbiamo avuto una visione ambientale capace di superare gli interessi-orizzonti legati al mandato e di guardare invece a quanto necessario fare ora, al fine di garantirci un futuro sostenibile fra venti-trent’anni. Per la prima volta, ad esempio, sono stati stanziati fondi per contrastare, in via preventiva, il dissesto idrogeologico. Un lavoro portato avanti nonostante i continui veti e paletti posti dalla Lega, sempre piuttosto timida nel tener fede agli impegni sottoscritti all’interno del contratto di governo a favore di ambiente e cittadini, ma piuttosto decisa a tutelare di volta in volta gli interessi di lobbysti, affaristi e costruttori.
Senza nulla voler togliere alle professionalità i cui nomi circolano in queste ore. Sergio Costa rappresenta al meglio quel prototipo di personalità del mondo della competenza, assolutamente al di fuori dalla politica caratteristiche, indicate anche da Beppe Grillo, come auspicabili per i ministri futuri. Una scelta differente avrebbe tanto il sapore di spartizione delle poltrone, un gusto che deve essere il più lontano possibile da qualsiasi possibile scenario di governo.