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Seveso una vasca colma di impreparazione

Seveso una vasca colma di impreparazione

Interrogato in merito alla situazione del fiume Seveso, nella speranza di aver portato la nostra voce, qualche giorno fa ho risposto ad alcune domande. Oggi leggo e apprendo le posizioni dell’Assessore alla Mobilità e all’Ambiente del comune di Milano Marco Granelli.

Una città che esonda. Il problema (politico) del Seveso

Il Foglio –  2 Settembre 2018

Passi per il fastidioso tentativo di tramutare un problema serio e reale in battaglia politica, ma come può una persona che ricopre la carica di Assessore all’Ambiente rispondere: “La sua idea è cancellare l’urbanizzazione selvaggia? Vuole demolire le case? E come fa?” quando si parla della cementificazione del territorio che ha contribuito in maniera rilevante nel creare i presupposti che oggi portano il fiume Seveso ad esondare al primo temporale. Forse varrebbe la pena ricordare all’Assessore la situazione così come fotografata dalle rilevazione di Legambiente. I comuni del bacino del Seveso risultano avere un livello di urbanizzazione superiore al 69%. La situazione più grave è quella dei comuni di prima cintura (Paderno, Cinisello, Bresso, Cormano, Cusano): qui la cementificazione è addirittura superiore a quella della città di Milano, superando l’83% dell’intero territorio. Un dato pesantissimo, soprattutto perché questi comuni si trovano a valle della presa dello scolmatore di piena, e quindi gli effetti di acquazzoni in questo territorio sono del tutto ingestibili, basta un temporale violento a Cinisello e Bresso per mandare in tilt il Seveso. Ciò che è ancora più grave è il fatto che, fino ad oggi, la corsa del cemento prosegue inarrestabile: il cemento continua ad avanzare, tamponando tutti gli interstizi in cui sopravvive un po’ di suolo. Nessuno, tranne Granelli, parla di abbattere case, forse però sarebbe importante sancire lo stop al consumo di suolo.

Le nostre perplessità vanno al di là della caciara politica. Dichiara Granelli: “Non è una pozza maleodorante e non è una fogna a cielo aperto. La vasca potrebbe creare qualche disagio per massimo sei giorni ogni tre anni. Guardate i dati degli ultimi 100 anni, solo le esondazioni più critiche durano un periodo massimo di una settimana. E queste negli ultimi anni sono avvenute solo nel 2010 e nel 2014. Per gli altri giorni sarebbe un laghetto con acqua di falda come c’è già là a fianco nel Parco Nord”. Un laghetto di montagna quindi? No di certo. Cosa ne pensa l’Assessore del cromo esavalente (sostanza classificata dallo IARC come cancerogena di livello 1 per l’uomo) e di tutti gli altri metalli pesanti lasciati ad essiccare per tempo indefinito all’interno della vasca? Sì perché l’attuale progetto prevede che il sedimento prodotto e accumulato sul fondo, a seguito dell’uso delle vasche, sia rimosso tramite sbancamento meccanico, solo se la quota di materiale depositato dovesse superare i 30 cm di altezza. Fino al raggiungimento della soglia indicata, le sostanze che si depositeranno sul fondo della vasca,  una volta evaporata l’acqua, compreso il cromo esavalente e tutti gli altri metalli pesanti, saranno esposti agli agenti atmosferici, il che significa che potranno disperdersi nell’ambiente.

Siamo diffidenti? E come potrebbe essere altrimenti? Il governo Renzi aveva indicato l’ex direttore dell’ormai fallita “Unità” come coordinatore di quel disastro ribattezzato “ItaliaSicura”. Un progetto attraverso il quale si sarebbero dovute dare risposte in materia di dissesto idrogeologico e che invece è stato chiuso nel luglio di quest’anno perché valutato come inutile.

L’impreparazione sfocia però nel grottesco quando l’assessore Granelli tuona: “Sul Seveso però dobbiamo essere chiari: chi dice di no si prenderà le proprie responsabilità davanti alla legge alle prossime esondazioni”. Seguendo l’aggrovigliato filo logico del Granelli-pensiero mi viene spontaneo domandarmi: quindi la sua giunta e il suo partito avrebbero dovuto assumersi le responsabilità di tutte le esondazioni avvenute negli ultimi anni, in particolare dopo il 2016, anno in cui, a detta loro, avrebbero dovuto concludersi i lavori? A qualcuno risulta?

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