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VIETATO ARRENDERSI ORA

VIETATO ARRENDERSI ORA

Già li sento. Maestri di pensiero, giornalisti al servizio di grandi editori, pesciolini: voci ed espressioni di un coro che suona la stessa musica da oltre trent’anni. Un coro monocorde che non vede l’ora di poter cantare l’elogio funebre del Movimento Cinque Stelle. Sul perché non desiderino altro, da circa dieci anni a questa parte, è inutile soffermarsi ancora. Siamo l’incubo di un sistema che ha fatto, continua e vorrebbe tanto continuare a fare, affari sulla pelle dei cittadini italiani. Prima eravamo una voce da silenziare, ora siamo espressione di un governo che, per la prima volta nella storia della seconda Repubblica, sta realizzando un programma che gli spaventa più di qualsiasi altra cosa.

Oggi però dobbiamo fare i conti con un’altra riflessione.

I dati del voto regionale in Emilia Romagna e in Calabria sono chiari, inequivocabili. Questo però non deve aprire le porte a scenari da suicidio di massa o auto-distruzione. Riflettiamo. La storia politica è fatta di cicli, la Lega fino a qualche anno fa si aggirava intorno a percentuali forse ancora inferiori, il Partito Democratico di Renzi, dopo le elezioni del 2018 era condannato all’irrilevanza, dopo aver sfondato il 40% nel 2016. Questo per sottolineare come tutto cambi talmente in fretta, che sarebbe imperdonabile abbandonarsi allo sconforto proprio ora quando, al governo del Paese, stiamo realizzando cose impensabili fino a qualche anno fa: lotta alla corruzione, politiche concrete a tutela di ambiente e salute, più soldi in busta paga con il taglio del cuneo fiscale, taglio dei privilegi, reddito di cittadinanza, blocco della prescrizione e presto revoca delle concessioni autostradali a chi ha guadagnato sulla nostra pelle e salario minimo garantito. Proprio ora, quando con i prossimi stati generali avremo l’occasione di costruire insieme il nostro prossimo futuro.

Ricordiamoci sempre che il nostro dovere è quello di portare a termine il nostro programma, non andare dove tira il vento come un Salvini qualunque. Se riusciremo ad andare fino in fondo, se ci daranno la possibilità di raccontare la nostra storia così come farebbe un’informazione libera da condizionamenti e da editori impuri, io sono convinto che i cittadini capiranno il senso del nostro lavoro e le percentuali saranno una conseguenza. Non dovesse essere così, come abbiamo sempre sostenuto, siamo pronti a tornare a fare quello che facevamo prima, orgogliosi di aver realizzato l’impensabile. Di aver fatto calare il sipario su Berlusconi, di aver archiviato la stagione di Renzi e di aver messo per primi un argine, pagando di tasca nostra in termini di consenso per senso di responsabilità, (ditelo a tutti i pesciolini di sorta) a Salvini, quando fra un mojito e un’insolazione pretendeva pieni poteri, prima di essere rimesso al proprio posto.

Non male per chi era partito veramente da niente, chiedendo semplicemente: onestà.

Se vorrete condividere la vostra riflessione, la leggerò molto volentieri.

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