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ALLARME DISSESTO IDROGEOLOGICO. IN SOCCORSO IL PROTEGGITALIA DI GIUSEPPE CONTE

ALLARME DISSESTO IDROGEOLOGICO. IN SOCCORSO IL PROTEGGITALIA DI GIUSEPPE CONTE

L’incremento delle aree potenzialmente soggette a frane sfiora il 4% rispetto al 2017 e quello per gli alluvioni il 19%. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità, secondo il rapporto 2021 dell’Ispra “Dissesto idrogeologico in Italia”.

In questo scenario che rischia di diventare catastrofico per il Bel Paese, gli italiani hanno a disposizione un importante strumento, il Proteggitalia, il più grande “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico” degli ultimi decenni in termini di stanziamenti. Il Proteggitalia, voluto dal Governo Conte nel marzo 2020, ha previsto risorse complessive per 14,3 miliardi di euro in 12 anni, dal 2018 al 2030, per emergenza, prevenzione, manutenzione, semplificazione e rafforzamento della governance. A questo, si aggiungono gli interventi specifici previsti nel Pnrr.

La situazione idrogeologica in Italia, i dati Ispra

Nel 2021, oltre 540 mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane, mentre sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni gli abitanti residenti in aree a rischio alluvione. Le regioni con i valori più elevati di popolazione nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila).

Le cause vanno dalla morfologia del territorio, ai cambiamenti climatici al consumo di suolo.

“I dati e le mappe del rapporto vogliono rappresentare sempre di più un elemento fondamentale a supporto delle decisioni politiche di contrasto al dissesto idrogeologico, comprese quelle previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza”, afferma il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta, alla presentazione del rapporto. “Nel Pnrr – continua Laporta – sono previsti interventi specifici nella prevenzione del dissesto idrogeologico che testimoniano quanto sia importante questa tematica per poter poi realizzare gli altri interventi previsti nel piano”.

Tornando ai dati del rapporto, sono in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata 565 mila edifici (il 3,9%), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7%) ricadono in aree inondabili nello scenario medio. Le industrie e i servizi ubicati in aree a rischio sono oltre 84 mila per le frane, con 220 mila addetti esposti a rischio, mentre quelli esposti al pericolo di inondazione superano i 640 mila (13,4%).

Degli oltre 213 mila beni architettonici, monumentali e archeologici, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12 mila nelle aree a pericolosità elevata; raggiungono complessivamente le 38.000 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I beni culturali esposti ad alluvioni, che sono poco meno di 34 mila nello scenario a pericolosità media, arrivano a quasi 50 mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi), che avrebbe però rischi di danni al patrimonio culturale “inestimabili e irreversibili”, sottolinea l’Ispra.

(Fonte ANSA)

Le risorse del Piano contro il dissesto idrogeologico

Nei primi tre anni (2019-2021) sono stati messi a disposizione 10,853 miliardi, di cui in particolare 3,124 per “misure di emergenza”, cioè interventi di riparazione dei danni causati da frane e alluvioni dell’autunno scorso (16 regioni colpite da alluvioni e frane), ma che al contempo, sui territori colpiti, puntino anche alla riduzione del rischio futuro (“aumento della resilienza” di strutture, infrastrutture e territori).

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