Quella del parcheggio in città alta a Bergamo è una storia che non tutti conoscono, ma che sicuramente merita di essere raccontata. Lo merita perché al suo interno è possibile rintracciare tutta l’incompetenza, lo spreco di denaro pubblico ed il pericolo a cui l’incapacità di chi ha amministrato la città in questi ultimi anni, ha sottoposto i cittadini.
Il racconto comincia tra il 2003 e il 2004 quando (sotto la giunta di centrodestra, presieduta dal sindaco Veneziani) venne proposta la costruzione del parcheggio “La Fara”, accostato alle mura Veneziane. L’opera prevedeva uno sbancamento collinare atta a realizzare un parcheggio di 9 piani per poi ricoprirlo. La funzione sarebbe stata quella di portare le auto in città alta. Ovviamente il tutto i lavori sarebbero partiti dopo la riqualifica del parco ex faunistico, costato ai contribuenti intorno ai 700.000 euro, e successivamente sventrato per far posto al parcheggio.
Tecnici e geologi rilevarono il rischio di crollo di un bastione della Rocca, la Casa della Marchesa, il chiostro di San Francesco, ma nessuno si premurò di avvisare i residenti confinanti. Anzi, furono questi, il giorno successivo alla frana, ad avvertire i vigili che “sta venendo giù tutto“. Nella realtà dei fatti, Bergamo Parcheggi sapeva che si stavano verificando smottamenti fin dall’inizio dei lavori, avendo fatto posizionare sensori appositi per queste rilevazioni, e “movimenti anomali” fin dal sei dicembre del 2008. Tant’è che l’impresa Locatelli portò via uomini e mezzi dal cantiere ma nessuno, a quanto pare, si pose il problema di dire nulla, né ai residenti né probabilmente al Comune. Venne ordinato alla Locatelli di tamponare il movimento franoso con l’apporto di 25 mila metri cubi di terra da scavo. Locatelli invece che terra da scavo portò materiale inidoneo e contenente rifiuti. Fatti che hanno portato alla condanna in primo grado del 13 settembre 2017 per “discarica abusiva”. BP sospese i lavori.
Ora voi vi chiederete, dopo tutte queste porcherie, il progetto poteva essere tranquillamente derubricato alla voce sprechi di denaro pubblico?
Invece no.
L’attuale Sindaco Gori, in ottobre 2016 procede ad una transazione con BP in cui venne in pratica rinnovato l’accordo iniziale – chissà con quale logica e sulla base di quali elementi – facendo tabula rasa delle penali da ritardo che BP avrebbe dovuto versare al Comune.
A questo punto, superato ogni criterio di logica e ragione, non ci resta che rivolgerci direttamente al ministro dell’Ambiente Galletti, domandandogli se intenda adoperarsi affinché vengano risolti gli aspetti di grave rischio idrogeologico e ambientale legati al progetto in questione e alla presenza abusiva di rifiuti? Di conseguenza inviare una Commissione d’accesso presso il Comune di Bergamo, viste le verosimili molteplici persistenti violazioni di legge in campo ambientale, amministrativo e contabile avvenute. Violazioni che continuano a comportare gravi rischi per la sicurezza dei cittadini e per quel patrimonio nazionale che rappresentano le Mura Veneziane. Recentemente inserite nella tutela Unesco.
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