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Coronavirus, inquinamento, contagio, corruzione e sistema sanitario nazionale: la spirale della pandemia

Coronavirus, inquinamento, contagio, corruzione e sistema sanitario nazionale: la spirale della pandemia

Siamo esseri viventi, inseriti all’interno di un sistema dal quale dipendiamo: l’ambiente.

La nostra salute dipende per il 20 per cento dalla predisposizione genetica e per l’80 per cento dai fattori ambientali.

La nostra specie ha da tempo cominciato ad agire in maniera irreversibile sull’ambiente. L’uomo si è fatto “agente di trasformazione”, al punto che la scienza ha coniato il termine “Antropocene” per definire l’epoca attuale. Un meccanismo di autodistruzione, che ha anche nella recente diffusione di alcune epidemie una delle sue più evidenti manifestazioni.

Mentre sconvolgiamo ecosistemi, favorendo i meccanismi di spillover (salto di specie) da parte dei virus, e contribuiamo attraverso il riscaldamento globale allo scioglimento del permafrost, liberando così virus congelati dal tempo, la mala-politica taglia i fondi alla sanità e riduce i posti in terapia intensiva. Una tempesta perfetta, che in queste ultime settimane si è abbattuta sulla Lombardia.

È possibile che l’inquinamento atmosferico abbia giocato un ruolo nell’incremento del contagio proprio in Pianura Padana? È possibile abbia contribuito ad aggravare il quadro clinico dei pazienti, concorrendo a sovraccaricare un sistema sanitario nazionale, già duramente provato da anni di politiche di tagli? La risposta è sempre sì.

I dati che osserviamo in questi giorni di pandemia incrociati con diversi studi già pubblicati, confermano in maniera inequivocabile questa risposta.

  1. La relazione fra la diffusione delle epidemie da coronavirus e il particolato atmosferico dimostrata dagli studi relativi alla diffusione della SARS nel 2003. Lo studio “Air pollution and case fatality of SARS in the People’s Republic ofChina: an ecologic study” di Yan Cui mostra dati piuttosto significativi: una mortalità maggiore del 84%, nelle aree in cui gli indici di inquinamento atmosferico rilevano una qualità dell’aria inferiore.
  2. È dimostrato che il particolato atmosferico, PM 10 2 Pm2.5 per citare i più noti, può assolvere alla funzione di carrier (vettore), per quel che concerne il viaggiare dei coronavirus nell’aria. Favorendo, per via della permanenza degli stessi nell’aria, una maggior virulenza. Le centraline Arpa mostrano un’inquietante sovrapposizione fra le zone più inquinate del Paese e la diffusione di Covid-19. Il ruolo di vettore del particolato, in relazione al trasporto e alla sopravvivenza dei virus, è stato dimostrato da studi quali: Generation of avian influenza virus (AIV) contaminated fecal
    fine particulate matter (PM2.5): Genome and infectivity detection and calculation of immission” Veterinary Microbiology 139, 156-164. Entrambi citati nel position paper della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) reso pubblico in data 17 marzo 2020.
  3. È statisticamente noto l’incremento delle polmoniti, in aree in cui la popolazione è esposta a livelli di inquinamento atmosferico al di sopra dei limiti. lo studio pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health nel 2017, The Association between Air Pollution and Population Health Risk for Respiratory Infection: A Case Studv of Shenzhen, Cina, mostra un incremento del 40% delle polmoniti anche dopo l’esposizione a breve termine a valori elevati di PM2.5. L’OMS prescrive di tenere il PM2.5 inferiore a 10 di media per garantire sicurezza sanitaria. Lo studio negli Usa di Benjamin D. Horne, pubblicato nel 2018 su American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine mostra l’incremento del 19% di polmoniti dopo 27 giorni di superamento del PM2.5 con una media di 7 microgrammi per metro cubo. Le AREE DELLA PIANURA PADANA SONO STATE ESPOSTE A UNA MEDIA SUPERIORE A 30 MICROGRAMMI DI PM2.5, NEI DUE MESI PRECEDENTI ALL’ESPLOSIONE DELL’INFEZIONE.
  4. È poi dimostrato, che una popolazione costantemente esposta ad alti livelli di inquinamento atmosferico abbia difese immunitarie minori nei confronti di agenti patogeni infettivi. Ad esempio lo studio: “Particulate matter exposure induces persistent lung inflammation and endothelial dysfunction”, di Tamagawa et al, riporta dell’incremento significativo di macrofagi contenti particolato e macrofagi attivati e del mediatore immunoumorale interleuchina 6 (IL6) in animali esposti a particolato in eccesso.
  5. Vi è poi la cattiva politica. In Lombardia i fenomeni corruttivi che hanno portato alla condanna dell’ex presidente Formigoni, il quale ha governato la Regione dal 1995 al 2013, hanno sottratto alla sanità circa mezzo miliardo di euro. Risorse che si rivelerebbero decisamente utili in un contesto come quello attuale.

Questo a dimostrazione, ancora una volta, di come all’interno del sistema del quale viviamo siamo tutti interconnessi. Il potere delle nostre scelte è sconfinato e di conseguenza potenzialmente distruttivo, per noi, per i nostri figli e per la nostra specie più in generale.

Quando la pandemia sarà cessata, abbiamo il dovere di non lasciarcela alle spalle attraverso quella retorica che parla di clima il venerdì mattina in piazza e poi tagli gli alberi e trivella in mare il lunedì. Al contrario abbiamo il dovere di intervenire sui fattori che hanno contribuito in maniera così evidente a scatenarla questa pandemia. Onde evitare sia troppo tardi, quando arriverà la prossima.

 

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