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E come l’anno scorso e pure l’anno prima

E come l’anno scorso e pure l’anno prima

Il Governo risponde ancora una volta in ritardo ed in maniera insoddisfacente alle domande del Movimento 5 Stelle.

È del nostro portavoce alla Camera Luigi Di Maio, la prima interrogazione alla riapertura dei lavori d’assemblea. All’attenzione del governo vengono portati i gravi disservizi a professionisti e cittadini, seguiti alle nuove misure in materia di sicurezza dei tribunali, con particolare riferimento alla segnalazione arrivata dall’Unione dei giovani penalisti di Napoli per i quali: «le recenti misure adottate in materia di sicurezza (…) impediscono il regolare svolgimento delle udienze con grave lesione del diritto di difesa del cittadino».

Andiamo con ordine. Lo scorso 9 aprile, un imputato riesce ad introdursi armato presso il Tribunale di Milano, ferendo poi a morte tre persone: tra cui un giudice e un giovane avvocato. Un episodio che ha drammaticamente evidenziato le falle in materia di sicurezza all’interno dei tribunali italiani. Il nostro, si sa, è il Paese del giorno dopo pertanto, una volta appresa la notizia, il Governo ha repentinamente inasprito i controlli per l’accesso in tutti i tribunali d’Italia. Una soluzione capace di evidenziare in maniera ancora più evidente le carenze strutturali del nostro sistema giudiziario, in costante carenza d’organico anche a causa dei recenti tagli imposti dal governo. Al Tribunale di Napoli la situazione era divenuta ingestibile al punto da non consentire la presenza dei difensori al procedimento, con conseguente mortificazione del giusto processo e del complessivo esercizio della giurisdizione. Una situazione a fronte del quale i professionisti del Tribunale arrivarono a scioperare, uno sciopero per il quale furono multati di 15mila euro dal governo stesso.

Il giorno dopo ai fatti di Napoli, il Movimento 5 Stelle aveva chiesto al Governo di attivarsi per risolvere il più rapidamente la situazione. La risposta dell’esecutivo arriva oggi, con quattro mesi e mezzo di ritardo rispetto ai tempi previsti dai regolamenti.

Una risposta della quale non possiamo certo dirci soddisfatti, anche in funzione del fatto che, nonostante i vagheggiamenti del governo in merito a nuovi metal detector, fondi aggiuntivi per la sicurezza, decreti interministeriali e nuovi modelli di ottimizzazione che altro non fanno se non caricare di ulteriori responsabilità il procuratore generale di turno, le notizie dal Tribunale di Napoli parlano di una situazione tornata alla normalità esclusivamente in funzione del fatto che i controlli, come li vorrebbe il Ministero, non si fanno più. Esattamente come prima di cinque mesi fa. Esattamente come a Milano, prima della tragedia.

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