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Gli inceneritori e l’impatto ambientale del Silla 2 a Milano: facciamo chiarezza sulle emissioni. L’interpellanza del M5S

Gli inceneritori e l’impatto ambientale del Silla 2 a Milano: facciamo chiarezza sulle emissioni. L’interpellanza del M5S

L’interpellanza chiede se il Ministro Cingolani intenda adottare iniziative volte a disporre la valutazione delle emissioni in tutte le condizioni di esercizio, transitori compresi, per valutare il reale impatto ambientale degli impianti di combustione di rifiuti e a ciclo combinato.

Se intenda adottare iniziative volte a disporre la valutazione della ricaduta al suolo degli inquinanti tramite dati sulla reale altezza del camino sull’umidità e la densità dei fumi.

Se intenda promuovere, per quanto di competenza, una revisione dei calcoli della portata e la dispersione dell’inceneritore «Silla 2».

Se intenda promuovere, per quanto di competenza una revisione dei metodi di calcolo della ricaduta del Pts in funzione della distribuzione dimensionale del particolato; se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di favorire l’inclusione nel sistema di campionamento degli IPA un denuder (sistema diffusivo catalitico) per ridurre gli artefatti, da ozono in particolare.

La gestione dei rifiuti in Italia sta vedendo una sostenibilità sempre maggiore dal 2018, dal primo Governo del M5S.

Gli impianti che bruciano rifiuti sono scesi da 437 a 385 dal 2017 al 2019 e il quantitativo di rifiuti bruciati è sceso da 9,9 a 9,45 milioni di tonnellate, la raccolta differenziata è salita dal 55 al 61% nello stesso periodo di tempo pur essendo salito il PIL e il 2020 ha visto una contrazione netta della combustione di rifiuti. Con l’operatività industriale dei decreti ministeriali di riciclo (i prodotti assorbenti per la persona sono il 10% del rifiuto urbano residuo) e la tariffa puntuale in corso di attuazione da parte di Arera sarà possibile ridurre ulteriormente i rifiuti da smaltire e le tasse sui rifiuti per cittadini e imprese, le emissioni degli inceneritori vanno mappate in tutte le fasi operative e gli inceneritori vanno gradualmente spenti.

L’Agenzia tutela salute (Ats) Milano, a marzo 2019, ha prodotto uno studio dal titolo «Valutazione dello stato di salute della popolazione residente nell’area intorno all’inceneritore Silla 2» che ha preso considerazione le emissioni nell’anno solare 2015 rappresentativo in quanto, tra gli anni 2014-2017, è risultato l’anno con una minor percentuale di semi-ore in stato di fermo e con un ammontare di rifiuti bruciati maggiore.
Tuttavia, i valori del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni (Sme) validano i dati soltanto in condizioni di regime stazionario, non acquisendo durante i transitori. I dati sulla quantità di semi-ore di mancato funzionamento degli Sme per il 2015 sono stati omessi.

Le condizioni transitorie di regime minimo dell’impianto sono proprio quelle di massima emissione, soprattutto per i microinquinanti organici. Secondo lo studio di Obaid e altri del 2017 le concentrazioni emissive sono da uno a tre ordini di grandezza superiori alle concentrazioni in regime stazionario. Valutare le emissioni in tutte le condizioni impiantistiche, al fine di valutare le emissioni totali degli impianti, consentirebbe di ottenere il reale impatto ambientale e stabilire eventuali correzioni costruttive e di gestione.

Per quanto riguarda la ricaduta al suolo degli inquinanti, si riscontra l’assenza della determinazione dell’altezza effettiva del camino. Al fine di calcolare la ricaduta al suolo, nelle tabelle non viene mai riportata l’umidità assoluta media. Questo parametro è importante al fine di stabilire l’entalpia e la densità dei fumi e quindi calcolare l’altezza apparente delle ciminiere. Si osserva un possibile errore nella determinazione della portata totale: a pagina 19 del documento sopra citato si illustra la presenza di 3 camini con 2,2 metri di diametro, ossia 1,1 metri di raggio, superficie di 3,7994 metri quadrati ogni camino. Per tre camini si ha una superficie totale di 11.398 metri quadrati. Moltiplicando questa superficie per la velocità media dei fumi di 13.24 metri al secondo, si calcola una portata di 150,909 metri cubi al secondo e 543.283 metri cubi all’ora. Normalizzando la velocità a 20 gradi centigradi, la portata diventa di 583.084 metri cubi all’ora a 20 gradi centigradi; nello studio si legge che è pari a 107.714 metri cubi all’ora (pagina 20). Anche se ci si riferisse alla portata di un singolo camino la portata di 583.084 metri cubi all’ora dei tre camini diviso 3 dà un valore di 194.714 metri cubi all’ora ossia quasi il doppio. Se non è stata calcolata correttamente l’emissione dei tre camini al fine dello sviluppo del metodo di dispersione degli inquinanti andrebbe rivisto tutto il modello di ricaduta al suolo degli inquinanti.

“Vanno inoltre svolte considerazioni sulla ricaduta al suolo del Pts: in generale, la ricaduta del Pts andrebbe eseguita in funzione della distribuzione dimensionale del particolato. Infatti, il particolato fine ed ultrafine, si comporta alla stregua del gas, mentre il particolato sopra 1μm ha ricadute in funzione della caratterizzazione dei fumi. Il modello applicato dovrebbe essere corretto solo se si indica un intervallo di distribuzione dimensionale abbastanza ristretto, ad esempio ricaduta al suolo per la frazione PM10-9μm e via di seguito per i singoli intervalli dimensionali.

Con riguardo agli Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) si rileva che artefatti dovuti a degradazioni ossidative (in particolare dovute all’ozono) possono compromettere il campionamento degli Ipa e dare luogo ad una sottostima. Pertanto, il metodo di riferimento e la specifica tecnica suggeriscono di includere nel sistema di campionamento un denuder (sistema diffusivo catalitico), che funzioni da sistema di abbattimento per l’ozono troposferico (scrubber) prima che entri in contatto con il Pm raccolto sul filtro.

Tali artefatti erano stati già riportati nel 2009 da uno studio di Menichini (E. Menichini e altri, 2009), riportando che la perdita di benzo(a)pirene durante il campionamento è tipicamente dal 20 al 55 per cento e che in alcune condizioni di concentrazioni elevate di ozono si può arrivare ad una sottostima del 100 per cento. l’ozono è sempre più presente nell’atmosfera padana e non solo.

Alberto Zolezzi,  Daniele Pesco e  Massimo De Rosa

Leggi l’interpellanza:

https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=2/01299&ramo=CAMERA&leg=18

 

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