Il governo boccia gli emendamenti a protezione dell’ambiente. Nonostante le indicazioni arrivate dalla Commissione Ambiente, favorevole all’unanimità, la Commissione Bilancio della Camera, su indicazione del governo, ha bocciato due emendamenti fondamentali per la crescita e lo sviluppo del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). Si tratta di quel sistema di Agenzie, istituito per legge, il cui compito è quello di monitorare ambiente e territorio al fine di contrastare i reati ambientali.
Bocciata la richiesta di assegnare ad ISPRA (‘Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), una parte delle risorse derivanti dall’Emission Trading System (ETS) per sostenere i costi della gestione del sistema delle quote di emissione attualmente a carico di ISPRA stessa.
Bocciato anche l’emendamento attraverso il quale le agenzie regionali di protezione ambientali avrebbero potuto, a partire dal 2017, assumere nuovo personale. Ogni agenzia avrebbe dovuto individuare le risorse umane necessarie e redigere i piani occupazionali. Il fabbisogno così determinato avrebbe costituito il nuovo limite alle assunzioni.
La norma sarebbe stata importantissima per garantire i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali istituite da ISPRA e fondamentali affinché il sistema delle agenzie ambientali sia effettivamente in grado di svolgere le funzioni per le quali è stato istituito. Mentre in commissione Ambiente abbiamo espresso all’unanimità la volontà politica, condivisa con ISPRA, di proseguire in un percorso che permetta alle agenzie ambientali di poter svolgere al meglio il proprio lavoro di monitoraggio e controllo ambientale, il governo, attraverso la Commissione Bilancio ha deliberatamente ostacolato questo cammino.
Effettivamente dopo aver compiuto il primo importantissimo passo con l’approvazione definitiva delle istitutiva del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), il passo successivo sarebbe dovuto essere quello di attribuire al nuovo sistema nazionale gli strumenti e le risorse economiche e umane necessarie.
Questa scelta appare davvero incomprensibile e mina il funzionamento di tutto il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente che si troverà ad affrontare compiti sempre più impegnativi senza le adeguate risorse umane e finanziarie.