Il futuro dei lavoratori Alstom di Sesto San Giovanni arriva alla Camera dei Deputati, attraverso un’interrogazione al ministero dello Sviluppo Economico, posta da me e Davide Tripiedi.
In seguito ad un calo di produzione la General Electric Company, multinazionale statunitense proprietaria della Alstom, ha annunciato 6.500 licenziamenti, su 35.000 posti di lavoro, in tutta Europa. In Italia i tagli imposti dall’amministrazione riguarderanno esclusivamente l’impianto di Sesto San Giovanni. Il piano della compagnia prevede 223 licenziamenti nell’anno 2016 e 26 nell’anno 2017, per un totale di 249, sui 400 attualmente impiegati.
Al fine al fine di poter evitare i licenziamenti dei lavoratori della sede di Sesto San Giovanni e di garantire, in prospettiva futura, un serio piano industriale atto al mantenimento dell’occupazione, abbiamo chiesto ai rappresentanti del ministero se intendessero muoversi per organizzare nel più breve tempo possibile, un tavolo nazionale di confronto con l’azienda e le parti sociali. La richiesta del Movimento Cinque Stelle si muove in linea di continuità con quelle che finora sono state le iniziative già intraprese sul territorio.
Solo il governo non si è ancora mosso. Infatti il 15 gennaio una delegazione di 300 lavoratori Alstom Power ha incontrato il Prefetto di Milano, assieme ai sindaci di Sesto San Giovanni e di Cormano e Cusano Milanino. Per il 22 gennaio, era previsto invece un incontro un incontro al Comune di Sesto San Giovanni con i rappresentanti sindacali e territoriali di General Electric-Alstom Power, alla presenza di tutti i sindaci dei Comuni ove sia residente anche un solo dipendente dell’azienda. Mentre il prossimo 29 gennaio 2016, la FIOM Nazionale ha convocato a Bruxelles tutte le categorie sindacali europee per approntare un piano europeo contro la dismissione che General Electric vuole attuare a livello continentale. Due invece sono gli incontri avvenuti in Regione Lombardia. Tutte le parti finora interessate hanno manifestato il proprio impegno, al fine di segnalare la situazione al MISE.
I lavoratori di Sesto San Giovanni hanno consentito, anche in tempi recenti, di risolvere criticità in molti stabilimenti europei. Lo stabilimento di Sesto San Giovanni è, infatti, leader in Italia per il service di tutte le centrali elettriche del Paese ed ha elevata importanza anche in nord Africa, sud America e Medio Oriente ed è l’unico, nel gruppo Alstom, a garantire interventi anche su Turbine e Generatori non di progettazione Alstom. Per questo il governo deve intervenire su quella che è una scelta aziendale inaccettabile, dettata da miopi logiche finanziarie e destinata a disperdere un importante patrimonio industriale per i lavoratori e per il territorio.