Che il TTIP, il famigerato Trattato di libero scambio fra Europa e Stati Uniti, rappresentasse una minaccia per la nostra economia lo sosteniamo da tempo, che potesse rappresentare anche una minaccia per l’ambiente lo avevamo intuito. Oggi ne abbiamo avuto conferma.
Friend of the Earth ha infatti divulgato le informazioni del capitolo del trattato dedicato all’energia (potete leggere il rapporto cliccando qui). Stando a quanto leggiamo sembrerebbe proprio che, in nome del libero scambio, l’Unione Europea sarebbe pronta a rinunciare a buona parte delle misure vincolanti in tema di sviluppo del mercato dell’energia rinnovabile e risparmio energetico. All’interno delle informazioni diffuse oggi si legge infatti come l’entrata in vigore del trattato incoraggi la possibilità che Stati Uniti ed Unione Europea, possano esercitare pressione sugli stati membri affinché le maglie delle leggi e dei controlli ambientali si allarghino al fine di favorire lo sviluppo di attività estrattive legate a fonti fossili. Sempre secondo quanto riportato da Friends of The Heart, L’Europa sarebbe in particolare interessata all’eventuale possibilità di importare liberamente gas di scisto dagli Stati Uniti. Niente meno che il gas ricavato dalla pericolosa pratica del fraking.
Una scenario paradossale, soprattutto in relazione a qulli che sono gli accordi sottoscritti al termine della conferenza Cop 21 di Parigi. Accordi volti a porre un freno all’incremento delle temperature su scala globale che, nel medio breve periodo potrebbe portare un autentico mutamento di scenario su scala globale, con tutte le conseguenze negative delle quali siamo da tempo a conoscenza.
Nel frattempo a Bruxelles è ripresa la discussione del TTIP, con l’inizio del 14esimo round di trattative. Discussioni dalle quali i cittadini sono stati deliberatamente esclusi. Noi non possiamo fidarci di chi pretende di arrogarsi il diritto di decidere su argomenti destinati ad incidere sulla vita di ognuno di noi, senza rendere pubblico il dibattito. Per questo motivo saremo i portavoce di tutte quei milioni di cittadini, che si battono affinché il TTIP non entri in vigore.