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K-Flex riceve aiuti dallo Stato, poi licenzia in Italia e assume in Polonia

K-Flex riceve aiuti dallo Stato, poi licenzia in Italia e assume in Polonia

Quella delle imprese che ricevono aiuti dallo Stato italiano e poi de-localizzano il lavoro all’estero, con buona pace dei lavoratori e alla faccia dei sacrifici economici sostenuti dai cittadini stessi, è una vergogna tipica del nostro Paese. In maniera incomprensibile il governo consente ad un’impresa di ricevere sovvenzioni statali, dopodiché trasferirsi all’estero, dove il costo del lavoro è inferiore, licenziando i propri dipendenti in Italia, Paese dal quale ha magari ricevuto sovvenzioni per anni, proprio al fine di tutelare il lavoro di quegli stessi dipendenti. Assurdo.

Un’immagine de “Il Giorno” mostra i dipendenti K-Flex in presidio

Una presa in giro subita negli ultimi mesi dai dipendenti delle sede di Roncello, della ditta K-Flex. Un’azienda italiana leader mondiale nel mercato degli isolanti termici ed acustici. Presente nel mondo con circa 2.000 addetti in 60 paesi ed 11 impianti produttivi e con un bilancio complessivo dichiarato di 320mln di euro e un bilancio previsionale di 500mln.

Negli ultimi anni K-Flex ha ricevuto 12 milioni di euro di finanziamenti ministeriali, di cui uno a fondo perduto, oltre parecchi milioni di euro dalla Cassa Depositi e Prestiti. Nonostante ciò la proprietà ha annunciato licenziamenti. Il motivo? La scelta di raddoppiare lo stabilimento situato in Polonia, dove la K-Flex ha in programma un piano da cento assunzioni. Una decisione ingiustificabile in risposta alla quale i dipendenti sono dal 24 gennaio in presidio permanente davanti ai cancelli dell’azienda. Questo per impedire che, come peraltro già tentato di fare in questi ultimi giorni, la proprietà trasferisca in Polonia i macchinari ed i materiali situati all’interno dello stabilimento di Roncello.

In tutta risposta, in data 8 febbraio, K-Flex ha recapitato una lettera di licenziamento collettivo a 187 dei 243 dipendenti complessivi della sede di Roncello, aggiungendo che per gli stessi non vi è alcuna possibilità di ricorrere a nessun ammortizzatore sociale.

Durante il Question Time di oggi, il portavoce del Movimento Cinque Stelle Davide Tripiedi domanderà – fermo restando la necessità di adottare misure di breve periodo finalizzate a salvaguardare gli attuali livelli occupazionali dello stabilimento di Roncello, e garantire il legittimo e regolare godimento di ammortizzatori sociali – quali iniziative di carattere normativo il Ministro del Lavoro intenda adottare e promuovere, anche nelle sedi europee competenti, per tutelare i lavoratori delle imprese italiane, e quelle estere operanti in territorio italiano, disincentivando le delocalizzazioni in Paesi esteri, in particolare modo nei casi di imprese che beneficiano o abbiano beneficiato di finanziamenti pubblici.

Siamo stufi di vedere imprese costruire fortune grazie agli aiuti di Stato, quindi grazie ai soldi di noi cittadini, per poi trasferirsi dove il costo del lavoro è inferiore non appena possibile. Il tutto alla faccia di quelli stessi cittadini-lavoratori, il cui lavoro e le cui tasse le avevano permesso fino al giorno prima di sopravvivere. Lo Stato non deve più farsi prendere in giro in questo modo, da chi lucra sulla pelle dei cittadini.

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