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La vicenda Villa Venini in Regione Lombardia: “No alla mercificazione del territorio, alle spalle dei cittadini”

La vicenda Villa Venini in Regione Lombardia: “No alla mercificazione del territorio, alle spalle dei cittadini”

Ho presentato un’interpellanza volta a portare sui banchi del Consiglio Regionale le vicende legate alla ristrutturazione di Villa Venini.

Partiamo da un principio chiave, chi amministra ha la responsabilità di gestire il territorio e il dovere di farlo nell’interesse dei cittadini, altrimenti si tratterebbe solamente di operazioni commerciali, mercificazioni del territorio portate avanti sulle spalle dei cittadini.

In questo senso diventa emblematico il caso della ristrutturazione di Villa Venini a Vittuone, denunciato a più riprese grazie al grande lavoro dell’ex consigliere comunale Diego Manfedi e di tutto il gruppo di attivisti del M5S di Vittuone. La vicenda si trascina dal 2008, fra accordi non rispettati, dichiarazioni di fallimento e fidejussioni non escusse. Il 29 luglio del 2008 il Comune di Vittuone adotta il Programma Integrato di Intervento (P.I.I. 01 – Polo Plurifunzionale), tra le finalità dell’intervento vi erano l’acquisizione da parte dell’Amministrazione Comunale del complesso storico comprendente la Villa Venini, la Filanda e il Parco Venini, nonché l’opportunità di trasferire le imprese del complesso Tosi nella zona a nord della linea ferroviaria, liberando così i terreni maggiormente vicini al centro città. Gli impegni sottoscritti non vengono rispettati, da qui un susseguirsi di criticità relative alle garanzie economiche presentate dai soggetti coinvolti. Il cantiere viene abbandonato, gli inadempimenti contrattuali, anche per ciò che concerne le garanzie fideiussorie, confermati.

Morale? Ora i cittadini di Vittuone si ritrovano con un cantiere pericolante, alla sicurezza del quale l’amministrazione dovrà provvedere a sue spese. Non solo, al momento il Comune non è stato neanche in grado di rivalersi economicamente, su coloro i quali avrebbero dovuto essere i soggetti attuatori.

La colpa è dell’utilizzo disinvolto che viene fatto del Programma Integrato di Intervento. Il P.I.I. è uno strumento che si presta troppo alla scarsa trasparenza e agli accordi stretti privatamente, senza dover poi ripassare dai lavori del consiglio comunale e di conseguenza dai cittadini. Per questo, tramite questa interpellanza abbiamo chiesto a Regione Lombardia che il prossimo aggiornamento della legge regionale 12/2005 tenga conto di criticità quali quelle riscontrate a Vittuone. Vogliamo che le scelte legate all’utilizzo del territorio pubblico siano legate alla partecipazione dei cittadini e subordinate all’interesse collettivo” conclude il portavoce pentastellato.

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