È un dato di fatto di come se una volta la mafia cercava di stringere patti con lo Stato, adesso, il più delle volte, riesce ad infiltrare direttamente all’interno delle istituzioni qualcuno capace di dar sostegno ai suoi affari, attraverso appalti, influenze e chi più ne ha più ne metta.
Che la mafia, in quanto organizzazione criminale, porti avanti i propri interessi è logico e persino per certi versi comprensibile. Singolare, e sicuramente incomprensibile, è l’atteggiamento di chi sposta il problema sulla magistratura e polemizza con il presidente dell’associazione magistrati Davigo. Singolare, e sicuramente incomprensibile è l’atteggiamento di chi vuole una legge per limitare l’uso delle intercettazioni telefoniche, quelle intercettazioni che Giovanni Falcone considerava un mezzo d’indagine formidabile, quelle intercettazioni che l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha imposto di secretare. Singolare, e sicuramente incomprensibile, è una riforma incostituzionale che premia i consiglieri regionali, negli ultimi anni i rappresentanti delle istituzioni maggiormente coinvolti in scandali, con la possibilità di diventare senatori.
Stefano Graziano, presidente del PD campano, è innocente finché una sentenza definitiva non affermerà il contrario. Una sentenza che probabilmente non sarebbe mai arrivata se lo stesso Graziano, per effetto della riforma costituzionale Renzi-Boschi-Verdini, fosse rappresentante in Senato per la regione Campania e potesse di conseguenza godere delle immunità garantite ai senatori.