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L’Europa vuole un taglio del 30% delle emissioni di CO2, e l’Italia?

L’Europa vuole un taglio del 30% delle emissioni di CO2, e l’Italia?

Obbligare i costruttori a mettere sul mercato un parco auto in grado di ridurre del 30% le emissioni di anidride carbonica nell’aria, rispetto ai livelli del 2021.

E’ il Pacchetto Moilità Pulita proposto dalla Commissione Europea, per rispondere all’emergenza smog che sta soffocando il Vecchio Continente.

Un percorso che avrà la sua prima tappa nel 2025, quando un primo check intermedio imporrà l’obbligo di verificare l’operato delle case automobilistiche, le quali entro quella data dovranno ridurre le emissioni del 15%. Le proposte, complete di un pacchetto di incentivi per i virtuosi e sanzioni per chi non si adeguerà, dovranno essere ratificate dal Parlamento UE ed in seguito approvate dal Consiglio.

Alla volontà di pilotare le case automobilistiche verso un ideale “green” verrà data concretezza attraverso lo stanziamento di di 800 milioni di euro per infrastrutture e carburanti alternativi, più altri 200 dedicati allo sviluppo di batterie per i veicoli elettrici, la cui vendita verrà sostenuta con incentivi da parte dell’Unione.

L’Europa intende quindi prendere una direzione chiara. E l’Italia?

Il governo ha fronteggiato l’emergenza inquinamento stanziando, nel dicembre 2015, la “bellezza” di ben 85 milioni di euro, tra mobilità sostenibile e colonnine elettriche. Non solo, lo scorso anno il ministro dell’Ambiente Galletti ha annunciato un investimento di “addirittura” 35 milioni di euro per lo sviluppo di un programma di mobilità casa-scuola e casa-lavoro. Per intenderci questo è lo stesso governo che ha regalato, condonandoli, 500 milioni ai signori del gioco d’azzardo.

L’assenza di una strategia, di un impegno concreto da parte del governo nel combattere l’emergenza smog ha portato la Corte Europea ad aprire, nei confronti dell’Italia, una procedura d’infrazione. Ormai l’abbiamo imparato. Fra gli interessi delle lobby e i bisogni dei cittadini, la precedenza di questo governo va senza dubbio ai primi.

Per questo motivo il Movimento Cinque Stelle è l’unica forza politica capace di rispondere a questo tipo di emergenza. Siamo gli unici a poterlo fare perché i nostri interessi vanno al di là di quelli legati alla poltrona. Abbiamo pronto un piano pluriennale per contrastare l’emergenza smog.

La nostra proposta parte dal presupposto dell’esistenza di una strategia nazionale per la qualità dell’aria, tale da garantire agli enti locali strumenti operativi e finanziari, attraverso i quali perseguire obiettivi di disinquinamento e vivibilità. Riteniamo necessario integrare, attraverso una cabina interministeriale gli obiettivi sul clima e sull’inquinamento. Vogliamo promuovere lo sviluppo del verde urbano, attivare una mappatura delle fonti inquinanti arrivando così a nuove valutazioni di impatto ambientali, che contemplino l’effetto cumulativo delle varie emissioni. Promuoveremo investimenti per la mobilità sostenibile e per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, fermando di conseguenza abusivismo e consumo di suolo. Vogliamo ridurre drasticamente le emissioni di ammoniaca in atmosfera nel settore agricolo e zootecnico e sviluppare delle linee guida sull’utilizzo delle biomasse per il riscaldamento domestico. Il fine ultimo è creare benessere e lavoro attraverso l’introduzione di un nuovo modello di sviluppo capace di garantire elevanti standard per la produzione industriale, riducendo contemporaneamente il proprio impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.

Per noi è fondamentale iniziare a fare qualcosa. Intervenire. Non ci interessa se negli anni poi sarà qualcun altro a portare avanti le nostre idee. Perché l’aria che respiriamo, non la respirano solamente i politici, i portatori d’interessi o i cittadini che votano questo o quell’altro partito. L’aria che respiriamo la respiriamo tutti.

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