Siamo alla terza ed ultima puntata della situazione energetica in Italia, spiegata facile per il centrodestra.
Come ho scritto negli articoli precedenti, la Lega in Regione Lombardia ci ha accusato a mezzo stampa nei giorni scorsi di voler far tornare i lombardi alle caverne, perché abbiamo chiesto di “attivarsi affinché la strategia regionale e nazionale per contrasto ai recenti elevati prezzi dell’energia punti allo sviluppo delle energie rinnovabili, piuttosto che a nucleare e idrocarburi”.
Follia? Incuranza delle difficoltà economiche di famiglie e imprese? Io dico di no.
Oggi spieghiamo facile facile alla Lega perché sarebbe il caso di incrementare il ricorso alle rinnovabili:
In Italia, sono in attesa di autorizzazione domande per installare 180GW di potenza rinnovabile. Se si sbloccasse l’iter delle autorizzazioni, validando anche solo un terzo delle richieste, risolveremmo la crisi energetica derivata dal gas e raggiungeremmo con 8 anni di anticipo gli obiettivi climatici per il 2030.
L’obiettivo ambientale per la sostenibilità lato C02 è di averne installati 70GW entro il 2030.
Gli operatori energetici su questo punto si sono già espressi: sono in grado di installare 60 GW di rinnovabili in 3 anni, a patto che si velocizzino al massimo gli iter autorizzativi.
60 GW di nuovi impianti rinnovabili faranno risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20% del gas importato. O, in altri termini, oltre 7 volte rispetto a quanto il Governo stima di ottenere con l’aumento dell’estrazione di gas nazionale.
60 GW sostituirebbero 15 miliardi di metri cubi di metano (una quantità ben 7 volte più grande degli aumenti di produzione del gas previsti dal governo), e produrrebbero 80 miliardi di kilowattora all’anno, praticamente più di quanto potrebbero produrre le famose 6 centrali nucleari EPR che si vorrebbero realizzare in Francia.
Il settore elettrico è pronto a investire 85 miliardi di euro nei prossimi 3 anni per installare 60 GW di nuovi impianti rinnovabili e creare 80.000 nuovi posti di lavoro, dando un grande slancio all’economia italiana.
Le aziende del settore dichiarano di poter installare 15GW di capacità produttiva rinnovabile solare all’anno (con 32GW l’energia corrispondente al gas russo che importiamo).
L’obiettivo ambientale per la sostenibilità lato C02 è di averne installati 70GW entro il 2030.
Si stimano 800.000 posti di lavoro in Italia nel complesso dell’economia “green” entro il 2025. Purché si realizzino corretti investimenti nel campo.
Unioncamere e Anpal nel 2018, hanno stimato che entro il 2023, ci sarebbero state tra le 2,6 e le 3,2 milioni di assunzioni nei comparti Green Economy e Digitale, di cui quasi un milione come nuovi posti di lavoro.
Fino al 2030, nel mondo, i 24 – 25 milioni di nuovi posti di lavoro nelle rinnovabili supereranno di gran lunga le perdite di 6 – 7 milioni di posti di lavoro nelle energie fossili.
Parlando di fonti di generazione di corrente elettrica, il solare ha oggi un costo (senza sussidi) di 37 USD/MWh comparato con i 40 dell’eolico, 59 del Gas, 112 del carbone e 163 del nucleare. Risultando quindi notevolmente più vantaggioso anche economicamente.
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