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Polo Arese: La Tea non rispetta i patti occupazionali, intervenga il governo

Polo Arese: La Tea non rispetta i patti occupazionali, intervenga il governo

Ho presentato un’interrogazione parlamentare, per riportare l’attenzione sulle promesse fatte, e poi non mantenute, ai lavoratori dell’ex stabilimento Alfa-Romeo di Arese. La società Tea è venuta meno agli obblighi di assunzione, a danno di un numero consistente di lavoratori. Questo perché non ha rispettato l’obbligo di assumere a tempo indeterminato, la quota pari al 50-60 per cento della pianta organica iniziale, secondo quanto previsto dall’accordo con Regione e Comuni.

Il riferimento è all’intesa sottoscritta nel 2012 tra il comune di Arese, la società Tea s.p.a.– titolare delle domande di autorizzazione per la creazione del nuovo polo commerciale di Arese – e l’Agenzia per il lavoro di Regione Lombardia. L’intesa prevedeva per l’appunto misure volte alla riqualificazione e alla reindustrializzazione dell’area ex Fiat-Alfa Romeo, attraverso interventi volti a favorire la creazione di nuove opportunità occupazionali. La creazione di nuovi posti di lavoro era ritenuta di “interesse pubblico” e di conseguenza punto alla base dell’accordo stesso.

Siamo alle solite: PROMESSE NON MANTENUTE

In fase di discussione e approvazione promettono quanto necessario per poter portare avanti i propri interessi. Una volta portato a termine il proprio obiettivo, delle promesse fatte e degli impegni presi se ne dimenticano subito. La responsabilità non è solo del governo, ma anche di Regione Lombardia. Regioni e comuni sono complici di tutto questo, dal momento che non hanno mosso un dito per far sì che l’accordo venisse rispettato in ogni suo punto.

L’obiettivo dell’iniziativa parlamentare è quello di coinvolgere i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, a prendere immediatamente provvedimenti a tutela dei diritti sociali. Provvedimenti attraverso i quali provvedere al raggiungimento degli obbiettivi occupazionali previsti o, in alternativa, a riconoscere adeguate misure di sostegno alle famiglie che ancora aspettano una telefonata.

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