Presto il nostro Paese, e la nostra Regione, saranno pronte a ripartire.
È compito delle Istituzioni definire il come. Altrettanto importante è però chiedersi dove vogliamo andare. Per questo motivo in Regione Lombardia stiamo lavorando ad una serie di documenti in grado non solo di tracciare le linee programmatiche della ripartenza, ma definirne anche gli obiettivi dal momento che potrebbe non esserci un’altra occasione per rimediare agli errori del passato, non ricalcandone i modelli.
Mobilità sostenibile, incentivi, potenziamento del sistema di tele-lavoro, o smart-working che ricordiamo non è necessariamente lavoro domestico, anzi andrebbero incoraggiati hub territoriali al fine di intervenire anche sul risparmio per ciò che concerne il riscaldamento domestico nei mesi invernali, luoghi di territori periferici. Sosteniamo una differente fruizione temporale dei luoghi della città, cinture verdi, riqualificazione urbana e stop al consumo di suolo e revisione delle politiche regionali di autorizzazione e distribuzione sul territorio degli impianti biogas.
L’impatto delle misure contro il Covid-19 sull’emissione di gas effetto serra e inquinamento atmosferico è certamente rilevante.
L’Agenzia europea dell’Ambiente afferma che la diminuzione temporanea dell’inquinamento atmosferico, sia stati osservati anche in alcune parti della Cina e dell’Europa (ad esempio durante il periodo di «blocco» nel Nord Italia).
È noto che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico è concausa di affezioni polmonari e cardiache croniche. Nonostante i potenziali miglioramenti a breve termine della qualità dell’aria in alcune zone, dovuti alle misure correlate al coronavirus, durante tale periodo le persone con le suddette pregresse affezioni che abbiano subito un’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico possono diventare ancora più vulnerabili.
Fonte: https://www.eea.europa.eu/it/articles/riflessioni-sugli-obiettivi-di-neutralita
L’indagine svolta da Regione Lombardia e da Arpa Lombardia sulla qualità dell’aria durante l’emergenza COVID (pubblicato il 3 aprile) ha evidenziato che il trend di generale riduzione delle concentrazioni degli inquinanti che si sta osservando in questo periodo deve essere attribuito, in proporzioni non quantificabili in modo preciso e comunque dipendenti dalle singole giornate e dal singolo inquinante, all’insieme di tre fattori: riduzione delle emissioni (in particolare dal settore trasporti), variazione delle condizioni meteorologiche (comunemente meno favorevoli all’accumulo in questo periodo dell’anno) e condizioni ambientali che influiscono sulle reazioni chimico-fisiche in cui sono coinvolti gli inquinanti.
Dall’analisi dei dati di qualità dell’aria risulta che le misure messe in atto per fronteggiare l’emergenza hanno certamente determinato una riduzione delle emissioni derivanti in particolare dal traffico veicolare, che sono più evidenti analizzando le concentrazioni degli inquinanti legati direttamente al traffico – NO, benzene e in parte NO2.
Fonte: https://www.arpalombardia.it/Pages/Qualit%C3%A0-dell%E2%80%99aria-durante-l%E2%80%99emergenza-Covid-19%2C-l%E2%80%99analisi-di-Arpa-Lombardia-.aspx
I valori di NOx (sigla generica per indicare gli ossidi di Azoto e le loro miscele) scendono per primi perché questa sostanza è precursore delle polveri sottili, il suo calo, così come il suo aumento, sono indicatori di un futuro calo o aumento dei livelli di Pm10 e Pm 2.5. A Roma, ad esempio, si è passati da valori 17 a 13 microgrammi di pm 2.5 solo con le limitazioni del traffico (attestato da Arpa Lazio). In Emilia Romagna è stato rilevato da Arpa che la fonte principale di particolato è il trasporto merci su strada (21%), la seconda è la zootecnia (19%). Perciò è ora di finirla con la narrazione attraverso la quale si vuole far passare come secondario l’impatto del traffico, sulle concentrazione delle polveri. In funzione della correlazione delle stesse, con la diffusione del virus, è dovere delle Istituzioni lavorare su possibili soluzioni, attraverso le quali far coesistere le nostre necessità economiche alle nostre necessità di sopravvivenza.
Il secondo ambito all’interno del quale è necessario un intervento immediato è quello relativo alla gestione dei rifiuti.
Innanzitutto sfatiamo un mito. In Lombardia non vi è alcuna necessità di ulteriori inceneritori. In Lombardia vi sono già circa 100 impianti, fra inceneritori e coinceneritori, che da soli assolvono non solo al fabbisogno lombardo ma, per effetto dello sciagurato sblocca Italia, importano anche rifiuti dalle altre regioni. In questo particolare periodo storico la pandemia Covid-19 ha ridotto notevolmente la produzione di rifiuti. Confindustria ha già certificato 4 milioni di tonnellate di rifiuti in meno nei prossimi mesi. Siamo arrivati al punto che le multiutilities stanno cercando rifiuti da bruciare, perché non ne hanno a sufficienza per garantire l’efficienza economica degli inceneritori stessi. Diverso il discorso per ciò che concerne la filiera del riciclo, al momento in grande sofferenza. Questo perché al di fuori degli impianti di riciclaggio la filiera è bloccata. Il che pone gli impianti stessi in una condizione di grande sofferenza. Per questo motivo chiederemo al governo di inserire la filiera del riciclo fra quelle che necessitano di riapertura prioritaria. Un ulteriore aspetto riguarda gli impianti biogas, dei quali abbiamo chiesto sia rivista la pianificazione a livello regionale. In particolare per quelli alimentati a biomasse e FORSU per la produzione di biogas e biometano, la pianificazione futura tenga in forte considerazione gli impatti cumulativi che possono generarsi sul territorio e del reale fabbisogno impiantistico, anche al fine di evitare di importare rifiuti da fuori regione e che l’istruttoria per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di tali impianti sia finalizzata ad individuare criteri localizzativi maggiormente stringenti che tengano opportunamente in considerazione anche gli impatti cumulativi relativi a impianti esistenti sul territorio. Il contributo degli impianti a biogas sulla qualità dell’aria a livello di emissioni è rilevante, in particolare per gli ossidi di azoto: tali impianti vanno dunque limitati e correttamente pianificati. Inserire nell’iter valutativo di questa tipologia di impianti la Valutazione d’Impatto sanitario.
Il terzo ambito di intervento riguarda il coinvolgimento e la formazione della Protezione Civile Lombarda.
Chiediamo che la stessa sia coinvolta, non sono nella gestione delle emergenze, ma soprattutto nella pianificazione e nella strategia di prevenzione del rischio, attraverso tavoli periodici e altrettanto periodici occasioni di formazione.
Le proposte del Movimento Cinque Stelle, in Commissione Ambiente di Regione Lombardia:
- Di potenziare ulteriormente il percorso dell’efficienza energetica da applicare al patrimonio pubblico e privato, anche attraverso sinergie con il mondo produttivo per una costante formazione degli operatori di settore.
- Di limitare il traffico veicolare e a prevedere ancora l’incentivazione della sostituzione dei veicoli più inquinanti con veicoli a basso impatto. Chiedere anche lo sblocco delle risorse statali per questo scopo.
- Accoglibile la proposta Lega di sostenere tutti i cittadini interessati dalla sostituzione del proprio veicolo inquinante, senza però gravare sugli stessi. Pensare alla possibilità di proroga dei divieto della circolazione dei diesel euro 4 almeno per le piccole imprese.
- Di promuovere politiche di sviluppo infrastrutturale e interventi finalizzati alla promozione di iniziative virtuose di mobilità urbana ed extraurbana sostenibile, incluso il trasporto intermodale a beneficio diretto dell’ambiente e degli ecosistemi ma anche della salute e del benessere dell’uomo.
- Promuovere ed incentivare la rigenerazione urbana e porre la massima attenzione al consumo di suolo, al fine di azzerarlo.
- Di sviluppare negli spazi aperti attorno alle aree urbanizzate, le cosiddette “cinture verdi” al fine di proteggere e le risorse naturali, come le terre agricole, forestali, e le funzioni ecosistemiche al servizio delle aree metropolitane.
- Di attivarsi affinché la pianificazione a livello regionale e provinciale per gli impianti di trattamento rifiuti – ed in particolare per quelli alimentati a biomasse e FORSU per la produzione di biogas e biometano, tenga in forte considerazione gli impatti cumulativi che possono generarsi sul territorio e del reale fabbisogno impiantistico, anche al fine di evitare di importare rifiuti da fuori regione e che l’istruttoria per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di tali impianti sia finalizzata ad individuare criteri localizzativi maggiormente stringenti che tengano opportunamente in considerazione anche gli impatti cumulativi relativi a impianti esistenti sul territorio. Il contributo degli impianti a biogas sulla qualità dell’aria a livello di emissioni è rilevante, in particolare per gli ossidi di azoto: tali impianti vanno dunque limitati e correttamente pianificati. Inserire nell’iter valutativo di questa tipologia di impianti la Valutazione d’Impatto sanitario.
- Di promuovere la modalità smart working sul territorio lombardo, a partire dalla Pubblica Amministrazione, anche con incentivi per le imprese private.
- Rifiuti sanitari: promuovere e sostenere, anche economicamente, la sterilizzazione in situ dei rifiuti sanitari ospedalieri, al fine di garantire maggiore sicurezza agli operatori che raccolgono e gestiscono i rifiuti sanitari. Promuovere e incentivare linee dedicate per lo smaltimento dei rifiuti sanitari all’interno degli impianti.
- Accoglibile la proposta Lega di incentivare, sviluppare e ampliare le filiere del riciclo dei rifiuti garantendo non solo la raccolta, ma anche il trattamento, riciclo e trasformazione. Proporre al Governo di ridurre l’IVA sui prodotti da materia prima seconda.
- Accoglibile la proposta Lega di promuovere un differente utilizzo temporale della città e dei suoi servizi e in particolare. Orari differenziati garantirebbero una minore concentrazione di persone in determinate fasce orarie.
- Accoglibile la proposta di tutti di dare un ruolo più preponderante alla protezione civile lombarda nella gestione dell’emergenza.