Oltre alla sanità, quello dell’ambiente è il settore che ha risentito maggiormente delle politiche disastrose della Giunta Fontana. Il centrodestra non ha mai capito negli anni che non tutelare il territorio significa non curarsi della sanità della popolazione, e questo la dice lunga su come abbiano amministrato la nostra Regione.
Così si possono riassumere le (non) politiche per l’ambiente di Fontana: uno sfruttamento di suolo sfrenato ed ostinato, zero programmazione e mercato libero. Una ricetta che ha favorito la cementificazione selvaggia devastando il territorio lombardo, rendendolo un bancomat per puntare a qualche voto in più, e a pagarne le spese sono stati ancora una volta i cittadini, che oggi vivono ingabbiati in una cappa di smog vedendo la loro salute messa sempre più a rischio.
Secondo un rapporto di Legambiente, a Milano nel 2022 la barriera dei 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili è stata infranta 82 volte, 64 a Cremona, 63 a Mantova, 58 a Brescia, 56 a Lodi e a Monza, 53 a Pavia, 37 a Como, 34 a Bergamo, 20 a Lecco, 17 a Sondrio e 14 a Varese. In questi anni non c’è stata alcuna concreta condivisione per il futuro del territorio lombardo e dei cittadini, ma solo una visione elettorale orientata a mantenere il consenso: sempre più colate di cemento su campi e terreni per infrastrutture stradali inutili, sempre meno risorse e investimenti sul servizio di trasporto pubblico locale. Ne è dimostrazione anche come sono stati spesi i 4 miliardi di investimenti previsti dal Piano Lombardia per il rilancio e la ripresa a seguito della pandemia: i fondi sono stati destinati ignorando le reali priorità e le ricadute per il territorio e per la popolazione, privilegiando esclusivamente il ritorno elettorale. I lombardi meritano un’altra Lombardia, che sia realmente attenta alla salute dei suoi abitanti e alla salvaguardia dei suoi territori.