Si è svolta venerdì mattina, presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato, la conferenza: “La sfida della qualità dell’aria nelle città italiane”.
Quella dello smog è una piaga da circa 91mila decessi l’anno (dati OMS) in Italia, contro la quale è necessario intraprendere al più presto politiche tanto necessarie, quanto coraggiose. Nel corso della conferenza sono state presentate dall’associazione per lo sviluppo sostenibile, di Edi Ronchi, dieci proposte per vincere la sfida all’inquinamento. Serve una strategia nazionale per la qualità dell’aria, obiettivi integrati fra clima, sviluppo energetico e inquinamento atmosferico, così come è obbligatorio giocare d’anticipo, intervenendo prima che venga superato il punto di non ritorno. Al fine di raggiungere i risultati prefissati è necessario: cambiare il modo di muoversi in città, privilegiando un trasporto pubblico, condiviso e integrato e migliorando le performance dei mezzi di trasporto.
Imprescindibile è anche avviare un efficace programma di riqualificazione profonda degli edifici pubblici e privati, così come anche il settore agricolo e zootecnico per ridurre drasticamente le emissioni di ammoniaca in atmosfera.
Ho presenziato al convegno, come portavoce del Movimento Cinque Stelle, ricordando come dal nostro insediamento in Parlamento siano passati quasi cinque anni. Cinque anni di battaglie e proposte concrete per avviare quel cambiamento radicale del paradigma economico, ambientale, sociale e culturale che le sfide del nostro tempo ci impongono. Per noi l’impegno nei confronti dell’Ambiente è qualcosa in più rispetto alle vaghe promesse sentite negli ultimi cinque anni. La tutela di ambiente e salute parte integrante del Programma di governo. Molte delle proposte contenute nel report presentato durante la conferenza, sono state da noi avanzate nel corso della legislatura. Altre sono state già inserite nel programma di governo.
Del resto i dati in nostro possesso parlano chiaro e le evidenze scientifiche che abbiamo da diversi anni ormai ci mostrano qual è la strada da percorrere. Verrebbe da chiedersi allora perché ci troviamo così in ritardo rispetto all’implementazione di politiche attive per la tutela dell’ambiente, della salute e per la promozione di settori economici innovativi e ambientalmente sostenibili? La ragione sta nella mancanza di visione strategica degli ultimi governi, terribilmente condizionati dalle ingerenze di gruppi di interesse che resistono in maniera miope al cambiamento che tutti noi siamo chiamati a governare.
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