QUESTA NON È LOMBARDIA.
Diciamolo, ripetiamolo, condividiamolo. Domani arriveranno i meme sui social, dopodomani probabilmente ne rideremo, fra qualche mese questa immagine verrà citata nei manuali di comunicazione politico-istituzionale fra le cose da non fare. Oggi però abbiamo il dovere di dire l’immagine del presidente Fontana che goffamente indossa, inutilmente, una mascherina non ci rappresenta.
Non rappresenta la Lombardia che ogni giorno continua a recarsi al lavoro.
A tal proposito auguro alla collaboratrice del presidente un’immediata guarigione. Così come auguro a tutto lo staff di stare bene. Insieme ai consiglieri di tutti le forze politiche continueremo a lavorare per permettere ai nostri collaboratori, di lavorare nelle condizioni di maggior sicurezza possibile. Questa immagine non rappresenta i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che coraggiosamente vivono l’emergenza in prima linea, non rappresenta le persone che sfortunatamente si sono ammalate e in questo momento vivono ore di comprensibile e giustificata preoccupazione.
Da giorni esortiamo i cittadini ad affidarsi alle istituzioni per avere informazioni corrette, non per creare ulteriore panico!
La Lombardia è la prima regione italiana a livello economico, tutto il mondo ha gli occhi rivolti verso di noi, è da irresponsabili uscire con un messaggio del genere, che provoca panico nei cittadini e che creerà danni alla nostra economia.
Io non ho idea di cosa abbia portato una persona preparata come il presidente Fontana, e il suo staff per la comunicazione istituzionale, a commettere una simile sciocchezza. Forse si tratta del primo tassello del piano straordinario per il turismo richiesto proprio ieri da Salvini al Presidente Conte. Spero solo che il presidente del Consiglio Regionale lombardo, di fatto la terza Camera del Paese, non abbia consegnato al Mondo la cartolina di una Lombardia malata, impreparata e capace solamente di prendere precauzioni completamente inutili, solo per fini propagandistici. Solo per un like in più.
Questa immagine, purtroppo, rappresenta un messaggio efficace ad alimentare il virus della paura. Questo sì non lo possiamo controllare, un virus attraverso il quale si diffonderà un messaggio che difficilmente si cancellerà dalla mente del turista, che per Pasqua aveva ancora qualche dubbio se visitare Milano o Barcellona.
Un disastro di comunicazione che, mi auguro, non dettato dalle ragioni de “La Bestia” leghista. Un danno che, semmai ce ne fosse bisogno, mi fa guardare con rinnovata ammirazione e sollievo al fatto che, in questo momento, a prendere le decisioni sia un uomo come Giuseppe Conte e non chi in agosto chiedeva pieni poteri e ora vorrebbe allearsi con chiunque pur di creare ulteriore instabilità. Lo stesso che da giorni cavalca la paura, nel goffo tentativo di speculare politicamente anche su questa emergenza. Grazie ai campioni del selfie estremo, delle stories ad ogni costo, dei ridicoli tik tok, oggi abbiamo imparato a nostre spese che un’immagine può creare danni incalcolabili.