Grazie al lavoro svolto con attivisti e portavoce comunali, regionali ed europei, abbiamo iniziato una battaglia di trasparenza e legalità per la tutela della salute dei cittadini sottoposti alle emissioni dell’inceneritore Silla 2 a Milano.
Ieri ho presentato un question time in commissione ambiente alla camera per chiedere il motivo per cui questo impianto non fosse mai stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale. Una situazione assurda che mette a rischio la salute dei cittadini, l’ambiente circostante e ci espone a possibili multe europee. multe che, non scordatelo, alla fine paghiamo sempre noi!
Le autorizzazioni a questo tipo di impianti, date in emergenza, non tutelano i cittadini ma qui siamo di fronte a qualcosa di più: si persevera nel non volere sottoporre a una valutazione di impatto ambientale una struttura che, è ormai provato, causa diversi problemi in materia di salute alle popolazioni limitrofe e provoca inquinamento non solo dell’aria (per mezzo delle micro e nano polveri) ma anche dei terreni e delle falde circostanti. Come se non bastasse la mancanza di tutela dei cittadini, rischiamo persino di cadere nella solita trappola delle infrazioni europee che ci richiamano all’ordine su norme basilari puntualmente disattese dall’Italia.
Grazie all’interrogazione fatta, abbiamo ottenuto un grosso passo avanti e una conferma della correttezza delle nostre richieste da parte del ministero che, seppur senza criticare apertamente le azioni compiute dalla giunta regionale, ammette implicitamente che sono mancati i controlli adeguati e darà mandato a ISPRA, nell’ambito del sistema delle agenzie, di svolgere una valutazione sullo stato ambientale nel contesto territoriale dell’impianto.
E ora un pò di storia per capire cosa ci ha portato a contestare le autorizzazioni concesse senza VIA e il rischio di infrazione europea:
L’inceneritore Silla II è ubicato nel comune di Milano (zona S. Siro – Gallaratese, stando al gestore «l’impianto è stato autorizzato con procedure di emergenza e in sede AIA ha prodotto uno studio di impatto ambientale come indicato dalla regione: (http://www.a2aambiente.eu). Risulta evidente che manca a monte e nel prosieguo, una valutazione d’impatto ambientale (VIA) dell’installazione nonché la produzione di uno studio di impatto ambientale persino in sede di rinnovo dell’AIA nel lontano 2006 (lo studio è del 2005, peraltro mai aggiornato).
Perché i commissari di Governo pro tempore, nelle more dell’emergenza rifiuti, e nemmeno la Regione Lombardia hanno ravvisato la necessità di una VIA, anche cessato il periodo di emergenza? A maggior ragione alla luce degli interventi di manutenzione straordinaria compiuti e da compiere sull’inceneritore destinati ad aumentarne la capacità termica con inevitabili impatti sulle matrici ambientali.
Nel 2001 l’inceneritore era autorizzato per 900 t/giorno di rifiuti urbani, nel 2004 la Regione ha autorizzato un aumento fino a 1450 t/giorno senza giudicare l’impianto assoggettabile a VIA e dopo la richiesta di AMSA per la messa a regime della piena potenzialità dell’impianto. La non assoggettabilità a VIA per assurdo è stata valutata basandosi sugli atti regionali contenuti nella documentazione che compone lo studio di impatto ambientale presentato, neanche a dirlo, da AMSA stessa per la realizzazione dell’impianto. Nel 2015 è quindi stato approvata una integrazione dell’autorizzazione abilitando l’impianto a una potenza di 184,6 MW e 1233 t/giorno di rifiuti con prescrizioni tecniche di adeguamento dell’impianto. Nel 2013 infine regione Lombardia ha autorizzato lo svolgimento dei lavori straordinari di manutenzione presso l’inceneritore Silla II per accrescere la sua potenza termica nominale complessiva a 212,6 Megawatt, lavori non ritenuti modifiche sostanziali e quindi senza necessità di assoggettare l’impianto alla VIA.
Purtroppo per loro, secondo le norme vigenti, per gli impianti di incenerimento di rifiuti non pericolosi con capacità superiore a 100 tonnellate al giorno occorre la procedura di Valutazione di impatto ambientale. L’assenza di una procedura di Via ha comportato la mancanza di una consultazione pubblica e di una ponderata decisione finale dell’autorità competente sull’opera così come sulle successive modifiche sostanziali ad essa apportate. La vicenda dell’inceneritore Silla II potrebbe rivelarsi analoga a quella dell’inceneritore di Brescia (inceneritore ASM), dove la mancanza di Valutazione di impatto ambientale (che pare una costante per questo tipo di impianti) ha portato alla messa in mora e condanna per l’Italia da parte della Corte di giustizia della Unione europea, causa C-255/05, sentenza 9 luglio 2007.
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