Da quando il Mondo e l’Italia hanno gioco forza dovuto convivere con la pandemia Sars-CoV2, il Movimento Cinque Stelle si è speso per l’apertura delle scuole, i controlli e il tracciamento.
Siamo convinti non si possa pensare al mondo di domani senza la scuola. Così come siamo convinti che non si possa convivere con questo virus senza adeguati controlli e rigoroso tracciamento dei contagi.
Dalla scorsa estate abbiamo chiesto fossero pensate e adottate, in Regione Lombardia, apposite misure per il ritorno in classe in sicurezza. Avevamo chiesto, al fu assessore Gallera test rapidi e presidi medici direttamente all’interno degli istituti scolastici. Le nostre richieste non furono ascoltate e le aperture di settembre durarono il tempo sufficiente alla seconda ondata di propagarsi e portare a nuove chiusure.
Memori di quell’esperienza, abbiamo interrogato l’assessore al Welfare Letizia Moratti.
In pochi mesi la scienza ha ottenuto risultati formidabili nella lotta e nella prevenzione al contagio. Fra questi ci sono i tamponi molecolari salivari. Un tipo di test meno invasivo e sicuramente adatto a prevenire la diffusione di focolai all’interno delle aule scolastiche. Abbiamo domandato all’assessore: a quale stadio sia l’iter per il riconoscimento e la refertazione dei tamponi molecolari salivari al centro del progetto di ricerca realizzato dall’Università Statale degli Studi approvato dal Comitato tecnico-scientifico di Regione Lombardia. E se, in generale, la Giunta regionale reputi di ricorrere, a fini di sorveglianza e di contenimento dell’infezione da Sars-CoV-2 in contesti comunitari e, specificamente, in àmbito scolastico, ai test molecolari salivari.
In sintesi la risposta dell’assessore è stata:
Sia le Regioni (vedi nota 22 aprile del Coordinamento Interregionale Prevenzione – Tavolo tecnico della Commissione Salute), che specificatamente Regione Lombardia, hanno richiesto un pronunciamento da parte della Direzione Prevenzione del Ministero della Salute e/o del CTS nazionale sulle performance dei diversi test che utilizzano la matrice “saliva”, ma il Ministero non si è ancora espresso formalmente. Si precisa che una pronuncia ministeriale in tal senso si rende necessaria affinché ogni intervento che preveda l’uso di questi test non sia vanificato: l’individuazione di una positività deve infatti comportare la disposizione, da parte del SSR, di misure di isolamento del caso e di quarantena dei contatti, ma tale azione di limitazione della libertà personale, in assenza di una validazione del significato del test nel percorso di sorveglianza, potrebbe essere impugnata dall’interessato. Nell’attesa del pronunciamento ministeriale richiesto, Regione Lombardia sta programmando le azioni da attuare, ipotizzando di poter avviare una fase di sperimentazione organizzativa nei mesi di maggio e giugno, per successivamente dare inizio a un programma di testing a partire dal nuovo anno scolastico.
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