Si discute oggi in aula la mozione del M5S per il ripristino dell’offerta ferroviaria regionale e la proroga delle misure di mitigazione per utenti solo treno.
Verni: “Pensiamo che un significativo miglioramento del servizio ferroviario regionale debba essere messo al centro, seriamente, dei programmi e degli impegni di Regione Lombardia. Impegni per un concreto incremento del servizio su tutte le tratte, più treni circolanti, copertura dei “buchi” orari presenti quasi ovunque e una seria verifica e monitoraggio del Contratto di Servizio con Trenord.
Dopo mesi di servizio “approssimativo”, quello che soprattutto i pendolari si sarebbero aspettati con la ripresa del servizio ordinario post-emergenza, era di vedere un ripristino efficace ed efficiente del servizio ferroviario regionale.
“Al contrario, così come denunciato da tutti i Comitati dei pendolari della Lombardia si è assistito, al di là di qualche potenziamento di facciata, al solito gioco della coperta corta con limitazioni, soppressioni, disservizi e cattiva informazione” conclude Verni.
Purtroppo, all’indiscutibile importanza del trasporto ferroviario regionale non è sempre corrisposto, negli ultimi decenni di governo di centro-destra, analoga attenzione da parte di Regione Lombardia. E questa “ripartenza” ne è la prova.
Altro tema su cui si concentra la mozione è la proroga della misura di mitigazione per chi utilizza solo per il treno in scadenza a fine mese, su cui interviene il Consigliere Nicola Di Marco, capogruppo del M5S in Commissione infrastrutture e trasporti, che dichiara:
“Per tutelare i pendolari che viaggiano solo su treno ho già depositato nei giorni scorsi un’interrogazione per l’Assessore ai Trasporti.
La richiesta è quella di valutare la proroga della misura di mitigazione, introdotta ad ottobre dello scorso anno dopo e in scadenza il prossimo mese, che risarcisce quei viaggiatori che usano solo il treno nelle Provincie di Milano e Monza-Brianza.
Queste persone, per lo più pendolari, con il nuovo Sistema tariffario integrato del bacino di mobilità si ritroverebbero altrimenti a dover sostenere costi fortemente aumentati, anche superiori al 30% rispetto a quello che hanno pagato fino ad oggi”.