Il PD è pronto per regalare l’ennesimo favore agli amici banchieri, alle spalle dei cittadini.
Al riparo da ogni denuncia da parte dell’informazione, il governo ha imposto la fiducia sul Decreto Legge che distrugge il settore del credito cooperativo e regala una bella garanzia statale alle banche in difficoltà a causa dei crediti deteriorati.
Sono diverse le oscenità riconducibili alla vicenda, meritevoli della nostra indignazione. La prima. A chiedere al Parlamento di votare la fiducia al decreto è stata proprio Maria Elena Boschi. La ministra con un conflitto di interesse degno di Silvio Berlusconi, continua, come se nulla fosse o meglio, come se suo padre non fosse indagato per bancarotta fraudolenta nel crac di Banca Etruria, a legiferare in materia bancaria.
Il secondo aspetto riguarda il decreto stesso, che prevede in sintesi di assoggettare alle grandi
holding le piccole banche di
credito cooperativo. Come molti di voi sapranno il credito cooperativo è in molti casi l’interlocurore di riferimento per le
piccole e medie imprese. Il disegno del governo vuole imporre e proprie aggregazioni forzate, tradotte nell’assoggettamento delle banche di credito cooperativo ad una o più holding. Tali
holding o avranno poteri di indirizzo e controllo delle banche associate. La
holding avrà anche il potere di revoca degli esponenti degli organi di amministrazione e controllo delle medesime, con deroga ai limiti posti a tutela della cooperazione e del voto capitario (sistema di voto tipico delle cooperative in cui ogni socio è titolare di un singolo voto indipendentemente dal numero delle azioni possedute). Le banche di credito cooperativo che vorranno mantenere la propria autonomia, rifiutando di sottomettersi alla
holding potranno farlo (se superano i 200 milioni di euro di patrimonio netto) ma solo a patto di
TRASFORMARSI in S.P.A..
Il terzo aspetto, meritevole di tutta l’indignazione possibile riguarda le motivazioni che spingono il governo a presentare un simile disegno. Come abbiamo imparato in questi anni, vi è un unico filo conduttore per quanto riguarda la linea politica del governo:
TUTELARE GLI INTERESSI DI POCHI, A DISCAPITO DEL BENE COLLETTIVO. Questo decreto non solo rischia di mettere a repentaglio i conti pubblici, nel caso in cui l’operazione non dovesse andare a buon fine, ma lo fa non per rilanciare la nostra economia investendo in settori strategici individuati attraverso le ricadute positive in termini di benessere sociali, bensì per t
appare i buchi di una gestione scellerata del settore del credito, avallata in questi anni dai governi e dagli enti sovranazionali. Una gestione che messo in ginocchio piccole e medie imprese, chiudendo loro i rubinetti del credito, senza mai rinunciare ad elargire dividendi ai propri azionisti e ricchi bonus al proprio top management.
Dulcis in fundo ecco di nuovo l’
anatocismo. l’odiosa pratica che permette di imporre il pagamento di interessi sugli stessi interessi. Se volete approfondire la storia del subdolo emendamento del PD vi consiglio di leggere la testimonianza del nostro portavoce in Commissione Finanze Daniele Pesco M5S
https://goo.gl/iwBUp2.
Il Movimento Cinque Stelle farà di tutto per introdurre meccanismi di difesa per i cittadini risparmiatori, come ad esempio il risarcimento per gli obbligazionisti ed azionisti ignorati dal recente provvedimento “salvabanche” o l’inserimento di obblighi informativi ulteriori nell’ambito della sottoscrizione di contratti di finanziamento, ma al momento la nostra voce è stata sistematicamente ignorata.